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Paolo Flammini, amministratore delegato della Infront Motorsport, che organizza il Mondiale Superbike, non nasconde la soddisfazione per un campionato che scoppia di salute.

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Stiamogodendo dei benefici apportati con la rivoluzione del 2003 quando decidemmo per la mono-gomma e per una competizione dal budget contenuto per attrarre piloti e team privati grazie all'ottimo rapporto costi benefici. Non si può pensare di far correre solo piloti ufficiali, altrimenti si rischierebbe di far morire la serie». Flammini ne approfitta per togliersi qualche sassolino dalla scarpa nei confronti del motomondiale. «Siamo contentissimi del nostro prodotto - dice - e non invidiamo nulla a nessuno, certo alcune scelte come la monogomma sono state copiate. Il motomondiale sta vivendo un momento di transizione: devono sostituire i motori a due tempi con quelli a 4 tempi e hanno forzato i tempi della Moto2 generando caos. Ci voleva più programmazione, anche per salvaguardare quei reparti corse come Aprilia e Ktm che andranno perduti». Nessun italiano ha mai vinto il mondiale Sbk nei suoi 23 anni di storia, il 2010 potrebbe essere l'anno buono. «Un Campione del mondo italiano farebbe bene alla Superbike - spiega Flammini - e quest'anno abbiamo Biaggi e Fabrizio che potrebbero puntare al titolo. Biaggi e l'Aprilia partono favoriti, ma se Fabrizio ripeterà quanto fatto vedere nel 2009 sarà un brutto cliente per tutti».Arn. Bar.

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