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Biancocelesti in zona retrocessione

Lazio-Catania, la delusione di Mauri (Foto Gmt)

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Povera Lazio. Il duo Lotito-Ballardini ce l'ha fatta: se il campionato finisse oggi, i biancocelesti tornerebbero in serie B dopo ventidue anni. Anche il Catania, vale a dire una diretta concorrente nella lotta per non retrocedere, passa all'Olimpico col minimo sforzo grazie a una rete di Maxi Lopez. L'argentino, a lungo corteggiato da Lotito, chiude una delle poche azioni dei siciliani ma tanto basta per vincere la partita. Alla squadra di Mihajlovic (allenatore vero) è sufficiente un'onesta difesa e una buona disposizione tattica per battere i rivali confusi come al solito. La Lazio gioca un primo tempo dignitoso, fallisce un paio di occasioni con Mauri (il meno peggio dei biancocelesti), colpisce un palo con Zarate ma poi si arrende nella ripresa come ormai accade con sconcertente ripetitività. Alla prima avversità la banda di Ballardini si sgretola e non riesce più a riprendersi e consegna la partita agli avversari. Preoccupa la mezz'ora finale in cui il Catania non rischia nulla agevolato dalle solite mosse disperate di un tecnico confuso e presuntuoso. Ballardini inserisce Rocchi e Cruz, lasciando in campo Floccari e Zarate ma le quattro punte non partoriscono nemmeno un'occasione. È facile per Mihajlovic (sostituito in panchina dall'ex Marcolin) fare mucchio in difesa e portare sotto l'Etna una vittoria preziosa. La Lazio, invece, sprofonda nei suoi limiti e negli errori commessi da una società incapace di fare l'unica mossa possibile in questo momento: esonerare l'allenatore che sta dando un contributo decisivo alla lenta ma inesorabile caduta. La squadra non risponde più così come accaduto a tutte le dirette concorrenti che sono ricorse al cambio tecnico per provare a dare una scossa. Ebbene hanno cambiato Atalanta, Catania, Livorno, Udinese e Bologna, la Lazio no. Perché qualcuno riflette, temporeggia aspetta che il Titanic sia affondato per correre ai ripari. Ieri, ancora una volta, la contestazione non è stata di una sparuta minoranza ma di tutti quelli che hanno a cuore le sorti del club. Cori contro Lotito e Ballardini, la strana coppia che, con un abbraccio mortale, sta uccidendo centodieci anni di storia. Naturalmente il primo colpevole resta il presidente che dal 9 di agosto ha messo in fila solo scelte scellerate e controproducenti. La vittoria di Pechino lo ha illuso di aver trovato la formula perfetta del mondo del calcio e ora il dio del pallone gli sta presentando un conto amarissimo, per tifosi. Sembra quasi che Lotito voglia la Lazio in B per punire i contestatori e continua ad anteporre al bene comune stucchevoli questioni di principio. Ora basta, la gente non ne può più di una gestione che sta producendo guasti incredibili e sta portando la squadra all'inferno. Si pensi alla Lazio, si cerchi un allenatore che possa ricompattare i resti di un gruppo dilaniato dalle scelte dissennate del presidente più odiato della storia biancoceleste. Tocca a lui provare a fare qualcosa per salvare la sua creatura.

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