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Processo alla Lazio

Davide Ballardini allenatore della Lazio

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Altro che riscatto, a Firenze è arrivata l'ennesima sconfitta. La Lazio si sta abituando a perdere confermando un'allarmante mediocrità. Siamo a fine gennaio e resta solo un obiettivo che peraltro in estate appariva scontato: confermare la categoria, restare in serie A perché altrimenti la stagione sarebbe storica ma in negativo non come si era sperato dopo il fuorviante trionfo in Supercoppa contro l'Inter. Quella vittoria è la madre di tutte le sventure attuali poiché ha portato la società e l'allenatore all'evitabile sopravvalutazione dell'organico dopo un dodicesimo e un decimo posto. E così la notte di Firenze ha certificato l'uscita dalla coppa Italia dopo quella dall'Europa League. E in campionato la Lazio è appena sopra il livello di guardia con un rendimento molto deludente. Sedicesimo posto in classifica, penultimo attacco, solo tre punti sulla squadra che scenderà nell'inferno della serie B, un derby perso, nessuna partita da ricordare per bellezza di gioco. Una tristezza infinita da cinque mesi a questa parte per colpa della società, di Ballardini e di un gruppo logoro costituito di giocatori scoppiati e in alcuni casi riciclati. Un quadro desolante confermato da un numero: la Lazio ha perso 14 partite su 31 ufficiali disputate, quasi il 50%. Solo questo chiarisce l'evidente fallimento di un progetto che sta naufragando alle prime avversità. Poi il capitolo mercato: è arrivato Floccari per fortuna, per il resto si sta aspettando mentre le partite diminuiscono così come i punti a disposizione per rimettere in piedi il campionato. Ballardini resta in sella nonostante in qualsiasi altra piazza sarebbe stato esonerato. Le dimissioni non arriveranno mai e quindi dovrà essere Lotito a prendere la decisione più ovvia perché non c'è più tempo da perdere. O la Lazio batte il Chievo oppure l'attendismo societario diventerebbe connivenza con un tecnico che non ha saputo trasmettere niente alla squadra. Un gruppo modesto, per carità ma non tale da giustificare quanto visto finora. Serve coraggio, magari anche rimetterci qualche soldo ma è l'unico modo per salvare la Lazio da una stagione maledetta e per certi versi imprevedibile dopo il trionfo di Pechino.  

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