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Lazio, Bentornata

Kolarov esulta a fine gara

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Finalmente. Centocinque giorni dopo quel 30 agosto (successo sul Chievo), la Lazio riscopre il dolce sapore della vittoria. Decide Kolarov sul finire del primo tempo, un brutto Genoa contribuisce a rialzare i biancocelesti dopo un periodo nerissimo. Eccolo il gol, benedetto, dopo un digiuno lungo 335 minuti, la rete numero tremila della storia laziale in campionato: Kolarov recupera un pallone a centrocampo supera Moretti e infila Scarpi. A quel punto l'Olimpico esplode e un tifoso chiede al vicino: «Oddio, come si esulta per un rete». Poi l'abbraccio col compagno di merende che aveva dovuto mandare giù tanti bocconi amari. È il momento fondamentale di una gara che la Lazio vince col cuore, con quell'orgoglio che già si era visto nel maledetto derby di una settimana fa. Tre punti d'oro perché la classifica migliora e soprattutto i risultati positivi delle dirette concorrenti dei bassifondi avrebbero potuto rendere ancora più disastrosa la posizione della banda di Ballardini. Il boato di liberazione che ha salutato il fischio finale dell'incerto Celi di Campobasso, significa che il pubblico ha capito la gravità della situazione. Infatti, i venticinquemila spettatori hanno tifato per tutta la partita. Certo, la contestazione iniziale per Ballardini e quella continua per il presidente Lotito non è mancata nemmeno ieri, però complessivamente la Lazio ha «giocato in casa» e ha ritrovato l'amore della sua gente. E dire che la partita è stata difficile per il valore dell'avversario oltre che per una serie di eventi nefasti che si sono accaniti sui biancocelesti. Sabato il menisco rotto di Dabo e ieri, dopo diciannove minuti, il problema muscolare di Brocchi che ha costretto Ballardini a rivedere il 3-4-1-2. Non c'erano più centrocampisti di ruolo con Baronio e Mauri squalificati, Matuzalem infortunato e Ledesma in castigo senza motivo. Così i due centrali sono diventati il redivivo Firmani che non giocava una partita da oltre un anno e mezzo e Kolarov spostato in mezzo per necessità. In campo è entrato anche Del Nero e in avanti ha giocato Meghni, tanto per far capire l'emergenza. Insomma, è stata la vittoria dei dimenticati, di quelli che finora avevano visto il campo col binocolo ma stavolta hanno fatto il massimo e sono usciti tra gli applausi del pubblico. Testa e cuore, la Lazio è riuscita a resistere al ritorno del Genoa che nella ripresa ha cercato di pareggiare. La partita si è decisa intorno al 20' del secondo tempo. Prima Muslera ha deviato sul palo un colpo di testa di Juric salvando il risultato; poi, sul contropiede, Rocchi è stato fermato da Bocchetti (già meritevole del secondo giallo) che è stato espulso dall'arbitro Celi. A quel punto la spinta ligure si è afflosciata, la Lazio ha dato fondo alle residue energie (stoica la prova di Firmani) e ha portato la vittoria a casa non senza qualche sofferenza per una girata alta di Biava. Ossigeno puro per Ballardini che salva la panchina e spera nell'arrivo di qualche rinforzo per ricaricare le pile durante le sosta di Natale. Prima c'è la trasferta di Milano senza Zarate (diffidato, sarà squalificato), c'è una nuova sfida contro l'Inter battuta a Pechino e col dente avvelenato. Servirebbe l'impresa, ma intanto la Lazio si è rialzata e questa è la vera buona notizia per il futuro.

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