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Lazio, così si va in B

Cartellino rosso per Dabo nel secondo tempo contro il Bari

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BARI - La Lazio affonda al San Nicola contro i ragazzi terribili del Bari. Un due a zero senza appello che registra il progressivo scivolamento dei biancocelesti verso la zona salvezza (l'ultima vittoria in campionato risale ormai al 30 agosto, a Verona contro il Chievo). Sul banco degli imputati c'è il tecnico Ballardini che pur cambiando modulo in corsa più volte, non è mai riuscito a imbrigliare il gioco avvolgente e rapido dei pugliesi. Senza lo squalificato Baronio e con le gambe pesanti per le fatiche di Coppa con il Villarreal, il copione della sfida è stato un monologo biancorosso durato tutti i 90' a cui ha fatto da contraltare per i biancocelesti una difesa statica tagliata in lungo e largo da Kutuzov e Barreto, un centrocampo lento in interdizione e senza idee in fase di impostazione, un attacco senza rifornimenti. In più un approccio un po' scanzonato e lezioso ha permesso al Bari di costruire, soprattutto con gli affondi di Alvarez, una costante superiorità numerica. E proprio dal raffronto tra la compattezza tra i reparti dei pugliesi e lo sfilacciamento di Brocchi e compagni emerge un quadro che lo stesso Ballardini ha definito preoccupante (il primo stop esterno porta a soli quattro punti il vantaggio sulla zona calda della classifica). L'avvio di gara è subito in salita: Alvarez sulla sinistra non ha resistenze e cerca subito il gol con una bordata dopo soli 3'. All'11' il vantaggio dei pugliesi: Almiron disegna un assist in profondità per Barreto. Il brasiliano brucia un imbalsamato Cribari e può facilmente superare Muslera. Mauri e Zarate girano a vuoto, Rocchi è privo di rifornimenti, Donati e Almiron sono i dominatori incontrastati del centrocampo, con Matusalem e Brocchi costretti ad inseguire invano le trame avversarie. La reazione della banda di Ballardini è evanescente al cospetto della precisione nelle chiusure di Bonucci e Ranocchia (il Bari ha la difesa meno battuta del torneo): solo un tiro dalla distanza di Zarate. Troppo poco che per una formazione che vuole avere ambizioni europee. Nella ripresa Ballardini prova ad allargare ulteriormente il fronte d'attacco: Cruz e Rocchi dovrebbero presidiare la zona centrale, Zarate e Foggia colpire con iniziative dalle fasce. In realtà Gillet non effettua nemmeno una parata degna di questo nome e con un modulo così sbilanciato i pugliesi vanno a nozze, debordano e trovano il raddoppio grazie a un triangolo in velocità Kutuzov-Meggiorni finalizzato da una botta vincente del bomber veneto. La gara finisce qui. La Lazio nel finale perde anche un po' la testa, Dabo (entrato da un quarto d'ora) si merita un rosso per un fallaccio su Alvarez, e il torello dei pugliesi nel finale fa il paio con i cori irati dei mille tifosi romani in curva Sud contro il presidente Lotito. Squadra in crisi di nervi, in crisi di gioco e d'identità: serve una sferzata per risalire.

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