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Fia, parte l'era Todt-Schumacher

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SvoltaGelpi (Aci) sarà vice. Montezemolo: «Adesso più dialogo con i team»

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.Anche se la fine dell'era Mosley rappresenta di per sé una cesura importante per l'automobilismo mondiale. Jean Todt è il nuovo presidente della Federazione internazionale dell'auto. Ha battuto il suo rivale Ari Vatanen per 135 voti a 49, con dodici consensi non espressi. Un successo che è andato oltre le previsioni della vigilia e che, contrariamente ai proclami, non è stato accolto con fair play dallo sconfitto: «La Fia è un regime - ha detto Vatanen - e Todt non sarà capace di cambiarla, ma spero di sbagliarmi». Ma questa è l'unica nota dissonante in una giornata in cui, sull'ex manager della Ferrari, sono piovuti soprattutto attestati di stima e congratulazioni. Da quello della Fota, con le parole di Montezemolo e Howett che si augurano l'apertura di «una nuova stagione di dialogo tra Federazione e team», a quello del presidente dell'Aci Enrico Gelpi, a suo volta eletto vicepresidente per il settore sport della Fia, «un riconoscimento alla nostra attività sul fronte della sicurezza e un aumento del peso rappresentativo dell'Italia». E se gli auguri del presidente della Repubblica Francese Nicolas Sarkozy rappresentano una lieta sorpresa, le parole più dolci Jean Todt le ha ascoltate da Michael Schumacher, secondo il quale «ha vinto l'uomo giusto». Schumi era stato l'unico non di famiglia ad accompagnare il francese all'hotel The Westin di Parigi dove si è tenuta la votazione. Tanto che non risulta difficile ipotizzare nell'immediato futuro un ruolo di prestigio per l'ex-iridato in seno alla Federazione. «Michael per me è come un figlio - ha detto Todt - ci sarà sempre un posto per lui. C'è stato prima, c'è adesso e ci sarà anche dopo». Poiché l'elezione era data per scontata da tutti, ieri l'attenzione era concentrata soprattutto sulle prime linea programmatiche che il francese avrebbe dato al suo quadriennio da boss dell'automobilismo mondiale. Ma anche in questo caso non ci si è scansati molto dalle previsioni. «È sbagliato dire che tutto deve cambiare - ha affermato il neopresidente - io sono per un cambiamento costruttivo». Più spazio quindi «ai rally perché la Fia non è solo Formula Uno», ma anche e soprattutto una riforma della giustizia sportiva per evitare che si riformino le frizioni che hanno contraddistinto l'ultima parte del mandato di Mosley. «Voglio creare una commissione disciplinare indipendente - ha promesso Todt - perché le ultime controversie hanno aperto gli occhi alla gente». Il caso-Briatore ha minato in profondità la credibilità del circus. «Non ci riguarda direttamente, ormai è competenza del tribunale civile», si schernisce il francese. Ma è anche vero che un suo intervento per ammorbidire la pena al manager piemontese rappresenterebbe il segnale più forte della fine dell'era Mosley. Quella degli abusi di potere e delle vendette personali.

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