Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Benetton in Celtic League al posto dei Praetoriani

default_image

  • a
  • a
  • a

Quelloperpetrato ai danni dei Praetoriani Roma Rugby esclusi dalla Magners Celtic League da un Consiglio Federale che, anziché rappresentare un momento di crescita per il rugby italiano, ha scatenato una tempesta i cui esiti saranno devastanti. I fatti sono noti. Invitata dalla Celtic League a scegliere due franchigie italiane per il campionato 2010-2011, la FIR del presidente Dondi ha promosso una gara tra i possibili pretendenti. Possedere due realtà professionistiche in cui far crescere i migliori giocatori italiani gioverà alla Nazionale, traino per tutto il movimento, così come succede per Irlanda, Galles e Scozia. Alla gara partecipano inizialmente sette candidate, ridotte poi a tre: Aironi del Po (Viadana, Parma), Benetton Treviso e Praetoriani Roma Rugby, frutto dell'intesa tra Abbondanza (Rugby Roma), Biagini (Lazio) e Rebecchini (Capitolina). La candidata romana è espressione di una intesa senza precedenti tra i maggiori club della capitale ma dichiara da subito di voler coinvolgere nel progetto l'intero centro-sud con le storiche piazze di L'Aquila, Benevento e Catania. Inoltre, i romani raccolgono l'appoggio, organizzativo ed economico, del Comune di Roma, della Regione Lazio e della Provincia con un documento firmato da Alemanno, Marrazzo e Zingaretti. Le tre candidate giungono al voto del Consiglio Federale dopo che le documentazioni presentate sono state sottoposte al vaglio di un advisor esterno nominato dalla stessa FIR che le giudica valide. Il verdetto arride ad Aironi e Praetoriani, un minuto dopo si scatena l'inferno. Il Veneto, una delle culle del rugby italiano, è escluso dall'alto livello. Dondi rilascia dichiarazioni avventate alla stampa svelando il suo voto ad Aironi e Treviso (lo scrutinio è stato segreto), alcuni consiglieri veneti minacciano apertamente Roma di stravolgere tutto, in spregio alle più elementari regole di correttezza. Vengono istituite due commissioni, zeppe di consiglieri veneti, che devono valutare (di nuovo?) le garanzie finanziarie delle prescelte, l'estate passa tra polemiche da osteria sospinte dal vento della Lega Nord che cavalca la protesta. Finalmente si giunge al Consiglio Federale di ieri che giudica, insindacabilmente, inaffidabile il sostegno degli Enti locali che ammonta a 1.500.000 di Euro su un budget di 8.300.000 per il primo anno. I Praetoriani sono fuori, Benetton verrà esaminata nei prossimi giorni, se non risponderà ai requisiti la FIR si riserva di fare una propria selezione per giocare in Celtic League. I maligni sussurrano da tempo che è proprio questo che il vertice FIR ha sempre voluto: una franchigia in un'area «amica», quella che ruota intorno a Parma, ed una in pieno controllo federale con Roma e Treviso, possibili «nemici» interni, fuori dalle scatole. Questa decisione cambierà il destino del rugby italiano, difficilmente in meglio. Basta dare un'occhiata alle prime reazioni politiche, assolutamente trasversali. Comincia, durissimo, il delegato allo Sport On. Cochi, di cui leggete a parte, fanno eco l'On. Zingaretti per la Provincia e il Consigliere D'Amato per la Regione che reclamano la propria affidabilità. Dure prese di posizione da Ciocchetti e Rao (Udc), mentre Marcello De Angelis (Pdl) parla apertamente di «decisione suicida, di incredibile arroganza e di miope visione. Tenere fuori Roma e l'intero centro-sud è una grave responsabilità che deve pesare su chi ha deciso». Il Sindaco Alemanno in serata chiede «un incontro con il Presidente Dondi per avere un approfondito chiarimento sui rapporti tra il rugby e la nostra città che non doveva rimanere fuori dalla Celtic League». E i Praetoriani? Con un comunicato annunciano una dura battaglia legale che lascia prevedere strascichi la cui durata ed i cui esiti sono tutti da immaginare. Certo la questione-Celtic, che arriva dopo la sconfitta nella corsa alla World Cup e i discutibili risultati della Nazionale, potrebbe aprire una crisi capace di scuotere il movimento dalle fondamenta fino a far vacillare il vertice della piramide il cui Faraone mostra segni di evidente logorìo.

Dai blog