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Comincia la nuova era della Rossa

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Ormaiingerita, digerita e metabolizzata, la notizia-non-più-notizia del passaggio di Fernando Alonso in rosso suggerisce tuttavia, nel momento in cui diventa ufficiale, un'ultima considerazione: l'interminabile dopo-Schumacher si è finalmente concluso e per la Ferrari inizia una nuova era. Da quando, autunno 2006, Schumi s'è ritirato nel suo castello svizzero, a Maranello sono successe un sacco di cose, in un singhiozzante succedersi di traumi e controtraumi. Il lungo addio di Jean Todt e compagnia bella, aperto dal mancato rinnovo del contratto a Ross Brawn e chiuso, proprio in questi giorni, dall'allontanamento del «suo» capo motorista francese Gilles Simon. Il mezzo fallimento del tentativo operato con Raikkonen, subito campione e subito dopo beone, e il mezzo successo della «via italiana» alla gestione del team, che è andata avanti con più fatica dello sperato ma con meno casini del temuto. E poi la spy-story, la creazione della Fota, la guerra con Mosley, la molla in testa a Massa. Una vera e propria saga liofilizzata che gli uomini del Cavallino hanno saputo gestire con affannata eleganza per tutti e tre gli anni della sua durata. Adesso, però, bisogna scendere dalle montagne russe. L'arrivo a Maranello del più grande pilota in attività, perdipiù a prezzi di saldo e accompagnato da un nuovo munifico sponsor spagnolo, resetta la situazione e cancella ogni alibi. Nel 2010 bisogna vincere il Mondiale. Punto, riga e basta, come ama dire l'avvocato Montezemolo ai suoi collaboratori.

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