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Bocciato Giovinco, la Juve cambia

Ciro Ferrara, allenatore della  Juventus

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Contrordine, ragazzi. Cinque giorni dopo aver detto di volere «dare certezze alla mia squadra, quindi non cambio modulo», ieri Ferrara ha cambiato registro: «Giocare con un modulo diverso dal solito è segno di rispetto, non di debolezza. Ma è chiaro che le valutazioni cambiano a seconda del risultato che si matura in campo». E siccome il Genoa è ormai una vera forza del campionato, ecco che Ciro Il Sorridente - ancora privo di Diego e Del Piero, che potrebbero però farcela per l'impegno casalingo di domenica contro i Bologna - potrebbe stasera virare sul 4-4-2 con l'accantonamento di Giovinco. «Non sarebbe una bocciatura, ma una semplice scelta tecnica. Non posso dire "ho bocciato qualcuno", mica voglio tagliarmi le gambe da solo. Dobbiamo arrivare a fine anno e tutti saranno utili».   In mezzo al campo, allora, con il rientrante Felipe Melo, Camoranesi e Marchisio potrebbe esserci De Ceglie pur senza escludere l'ipotesi Poulsen. In attacco, Iaquinta e Amauri: con Ferrara in panchina il primo segna che è un piacere (già cinque gol in sei partite), mentre il secondo - pur giocando tanto - non la butta dentro da sette mesi. Va bene lavorare per la squadra, ma un attaccante dovrebbe fare gol o no? Sull'argomento Ferrara ieri non si è espresso e magari ha fatto bene. Curiosità: l'ultimo gol segnato dal brasiliano, risalente addirittura al 15 febbraio, aveva avuto come vittima la Sampdoria.   Magari l'aria di Genova risveglierà il senso del gol del numero undici bianconero, che al momento però viene ritenuto fondamentale dal suo allenatore. Quanto alla frase di Gasperini secondo cui l'avvento del neofita Ferrara sulla panchina bianconera sarebbe stata «una sconfitta per la categoria degli allenatori» vista la mancata gavetta del napoletano, la replica arriva puntuale: «Capisco che sedermi su una panchina come questa possa avere dato fastidio, ma io appartengo a pieno titolo alla categoria degli allenatori. Non so se si tratti di invidia, ma capisco certe reazioni. Se mi reputo più bravo o più fortunato? Diciamo adatto». Et voilà, ecco che fa capolino un pizzico (abbondante) di autostima.

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