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Ranieri: voglio 11 gladiatori

Claudio Ranieri

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«Undici gladiatori!». È il diktat di Ranieri alla vigilia della sfida contro la Fiorentina che servirà da spartiacque per la stagione romanista. Dopo il pesante ko in Europa League a Basilea, serve una scossa per tornare con la testa al campionato. E di scossa s'è trattato ieri a Trigoria con ranieri che non ha risparmiato nessuno: capitan Totti compreso. «Pretendo cose semplici che tutti possono fare e tanto carattere, mi servono gladiatori». Non ha dubbi il nuovo tecnico giallorosso su quali siano le priorità della Roma dopo il disastro di Basilea. «Mi aspettavo di trovare una situazione complicata perché altrimenti Spalletti non si sarebbe dimesso». Per certi versi risponde a Totti che aveva spiegato come la Roma non riesca a capire in questo momento neanche le cose più semplici. «Non so perché loro non rispondessero più al gioco spumeggiante di Spalletti - continua - ma ora c'è un nuovo allenatore che chiede cose nuove ed estramamente semplici. Come non prendere gol, mettere in campo carattere, determinazione, voglia di lottare su ogni pallone. Mi sembrano concetti che o li hai o non li hai. Problema caratteriale? Se è così bisogna stare attenti perché altrimenti il quadro si complica. Io non chiedo molto, chiedo l'abc del calcio senza portarli a pensare troppo, nient'altro». Quindi spiega chiaramente qual è la Roma che vuole vedere in campo questa sera, e in futuro. «La squadra deve avere carattere, deve essere squadra. A questi giocatori non manca nulla, ma il vecchio meccanismo s'è rotto e ora i ragazzi devono impegnarsi per fare ciò che chiede il loro nuovo allenatore». Tutti, a partire proprio da capitan Totti: «Lui è un campione, uno di quelli che possono fare la differenza in ogni momento. Ma deve cambiare un po' il suo gioco. Pure i sassi sanno che viene incontro al pallone, deve essere intelligente e fare altri movimenti». Ma l'individualismo piace poco a Ranieri che ha capito perfettamente come per uscire dalla crisi sia necessario l'apporto di tutti. «Mi affido alla volontà di quelli che vogliono uscire da questa situazione. E chi riesce a capire il mio messaggio deve metterlo in pratica e aiutare chi non lo capisce. Lottare su ogni palla». Altro capitolo a parte per il francese Mexes, uno di queli che più ha sofferto questo avvio di stagione e che stasera potrebbe finire clamorosamente in panchina: la prima volta per scelta tecnica da quando è alla Roma. «Due anni fa era stupefacente...» spiega Ranieri quasi incredulo del calo del francese. «Ma sono convinto che la sua voglia di tornare in nazionale giocherà in favore della Roma». Momento delicato, dal quale si può uscire solo con l'aiuto di tutti e con la rabbia che la situazione impone. «Nessuno ha la bacchetta magica - chiude Ranieri - tutti devono capire cosa va fatto e che si mettano a disposizione per questo gioco. Mi auguro che i giocatori siano più imbufaliti dei tifosi e mi aspetto risposte sul campo perché la squadra vale quello che dice la classifica: il resto sono chiacchiere da bar». Già e il tempo delle parole per la Roma è finito: ora servono i fatti per evitare un'altra annata maledetta.

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