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Match point Italia

Marcello Lippi

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Questa volta se non sarà un autogol chissà che non arrivi un colpo di testa del «fantasista» Buffon a regalare la vittoria all'Italia. Sfidando nella città dell'esoterismo ogni illogica possibilità di nuove e fortunose magie, Marcello Lippi avverte: stasera all'Olimpico di Torino contro la Bulgaria conta solo il risultato, non il gioco. E se vittoria decisiva per il Mondiale deve essere, che venga come gli pare, anche con la più rocambolesca delle reti. «Considerate questa nazionale una squadra di scarsa qualità ma non è così - la protesta timida del ct - le nostre armi sono superiori a quel che si pensa, abbiamo qualità non solo atletiche. Di sicuro siamo concreti: su come arriva il gol, nessuna puzza sotto al naso. Mi sta bene anche un altro autogol o un'incornata sotto rete di Buffon. Perché se vinciamo siamo al Mondiale, nonostante la matematica non lo certifichi». Messo da parte qualsiasi discorso sulla qualità, dunque. In casa Juve, con una nazionale per metà bianconera e il pubblico della Signora ad osannare l'ex Lippi, l'unica strada possibile per la vittoria è il pragmatismo. Ma fino al punto di far traballare le certezze su Andrea Pirlo? La rinuncia al regista, come paventato dall'allenamento della vigilia in un Olimpico in festa per l'allenatore dei trionfi Juve, avrebbe del clamoroso. E in questo momento il ct sembra piuttosto puntare al sodo. «È la partita più importante di questo mio nuovo biennio, ma non solo per me - puntualizza Lippi - lo è per tutta la nazionale: se vinciamo e andiamo a +4 sull'Irlanda prima della partita di Dublino, è fatta». Di certo, l'Italia deve cambiare, per necessità e per scelta. Lippi insiste di non essere preoccupato per l'astinenza dal gol dei suoi attaccanti, e prova a sdrammatizzare anche qui: «Se dite che la Bulgaria ha una difesa forte e noi un attacco che non segna, vuol dire che finirà 0-0... Quel che si dice di noi entra da un orecchio ed esce dall'altro. Rispettiamo le critiche ma ci sta a cuore quanto viene detto tra di noi, non da fuori. Sono nel calcio da 40 anni, per un gruppo di giocatori è sempre così. E d'altra parte, di nazionali fenomenali, in questo momento, non ne vedo tante in giro...». Ben inteso, avverte Lippi, questa Italia vuole dimostrare di saper vincere «non solo con il brutto gioco, ma anche con le sue qualità», anche se per paragoni con i grandi del calcio mondiale bisogna scomodare uno che i gol li evita e non li fa («Buffon vale Maradona, Messi o Kakà»). Tanto, Torino amerà quest'ItalJuve a prescindere dal gioco. «Noi - conclude il ct - la simpatia della gente ce l'abbiamo, checchè ne vogliate dire: certo, non saremo campioni del mondo della specialità come un Valentino Rossi, però ce ne vuole prima di esaurire il nostro bonus». E allora, ai 28.000 tifosi bianconeri attesi all'Olimpico e a tutti i simpatizzanti, Lippi dice sincero: «Non aspettatevi magie, ma concretezza».

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