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Gilardino: Amauri non serve

Alberto Gilardino

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Amauri non è la panacea per l'Italia. Mentre Giorgio Chiellini rivendica l'orgoglio di giocare in una squadra di club piena di italiani - a differenza delle internazionali del pallone - il suo compagno azzurro Alberto Gilardino difende il reparto d'attacco dalle critiche per il lungo digiuno di gol. E torna a puntualizzare sulla naturalizzazione del brasiliano: «Un singolo giocatore non è la soluzione - dice - Amauri è formidabile, deciderà la federazione e Lippi. Però ora è importante il gruppo che è qui, e che a Tbilisi ha preso tre punti importanti». Gilardino rivendica i propri meriti, nonostante quella porta girevole che a turno spalanca e sbarra lo spazio da titolare al centro dell'attacco. «Io non penso mi manchi nulla per essere il centravanti della nazionale - dice con orgoglio - Forse lo pensa la critica. Ho giocato molto, ho segnato 12 gol, il miglior marcatore tra i presenti. Può darsi mi manchi qualche rete determinante in occasioni importanti. Però sono nel pieno della mia maturità calcistica, e l'avvio di stagione è stato molto positivo.  Mi piacerebbe essere io a rompere il digiuno degli attaccanti della nazionale; io ci spero e ci credo, poi Lippi deciderà». Una candidatura chiara a una maglia per mercoledì. E, non v'è dubbio, la scelta degli attaccanti è la più delicata per il ct. I 360' senza reti per l'Italia sono un dato statistico contestabile secondo la Fifa, per le cui regole l'1-0 di Tbilisi è di Palombo. Ma innegabile se nei tabellini si vanno a cercare le marcature di chi di mestiere fa quello. Ultima rete di una punta azzurra, il terzo gol agli Usa di Giuseppe Rossi in Confederations. Poi, il buio. «Non bisogna mettere in discussione gli attaccanti: non è colpa loro - la difesa di Gilardino - non è colpa della squadra. Sono solo momenti così: magari passa un attimo, il pallone ti sbatte sul ginocchio e torni a segnare». «Siamo in un punto della stagione - la conclusione di Gilardino - in cui non contano gioco e prestazione ma punti. Ora battere la Bulgaria sarebbe come pescare il jolly qualificazione. Vedrete un'altra Italia, speriamo di far divertire il pubblico». A Torino, dove sono soliti applaudire Amauri, questa volta dovranno farlo con Gilardino.

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