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Ora Cleri sogna il podio

Mondiali nuoto 2009

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Un fondo di suspence. La gara dei 10 km in acque libere si tinge di giallo con classifica congelata, un americano «di bronzo», al momento, squalificato e lo squalo di Palestrina pronto a saltare al terzo posto. Una gara finita con l'azzurro Cleri con l'ennesima medaglia di legno, la sesta a questi mondiali di nuoto, superato sullo sprint dall'americano Francis Crippen, che però nel finale sbaglia la corsia e per riprendere l'imbuto dell'arrivo passa sotto i cordoli. A questo punto arriva il ricorso dell'Italia, accolto dalla commissione tecnica della Fina, dopo una riunione di quasi un'ora. L'americano si ritrova squalificato e il bronzo passa all'azzurro. Puntuale il controricorso della squadra a stelle e strisce e nell'attesa la classifica finale resta sospesa e con lei l'assegnazione delle medaglie. La giuria d'appello della Fina si riunisce oggi a Roma per decidere. Se la squalifica di Crippen dovesse essere confermata, la medaglia di legno del gladiatore Cleri si trasformerebbe in un bronzo, che farebbe compagnia a quello conquistato dalla Grimaldi nella 10 km femminile. «Ci siamo mossi per presentare ricorso - ha spiegato il tecnico di Valerio Cleri, Emanuele Sacchi - perché il ragazzo americano arrivato terzo è passato al di là della boa, e questo non è consentito dal regolamento. Anzi, Valerio potrebbe essere arrivato quarto svantaggiato proprio da quella irregolarità». La maledizione del legno, comunque, colpisce ancora l'Italia del nuoto. Se quella di Cleri è congelata nelle mani del Giurì Fina, le altre sono reali e bruciano ancora. Dopo il quarto posto dei fratelli Marconi nel trampolino sincro, il legno della Cagnotto da un metro, quello della Adelizzi nel solo tecnico e la bracciata di troppo di Luca Ferretti nel fondo dei 5 km, ancora un legno, sempre nel sincro. Le azzurre impegnate nella finale di ieri del libero combinato, arrivano quarte dietro Spagna, Cina e Canada, e la delusione brucia più delle altre volte. «Sono furibonda. Ci credevamo, siamo andate meglio di martedì e quella del Canada non mi è sembrata una grande performance». È infuriata e delusa Laura de Renzis, ct dell'Italia del sincro, per il legno azzurro. «Una volta dovrebbe toccare anche a noi e nel libero combinato l'abbiamo dimostrato - dice la De Renzis - Per i miracoli ancora non ci siamo attrezzati. A quanto pare i giudici non hanno il coraggio di darci i voti che meritiamo». Un legno, il quinto, che vale mezzo punto, quanto la distanza che separa le azzurre dal podio. «È pochissimo, come quei pochi centesimi mancati ai fratelli Marconi - ha commentato Roberta Farinelli, tecnico della squadra - È un punteggio che non si spiega, in tecnica siamo uguali e in impressione artistica il Canada ci ha superato, quando invece l'espressività è stata sempre il nostro forte». Alle sincronette azzurre mancano tre prove libere alla fine della loro avventura mondiale: il singolo, il duo e la prova a squadre. Oggi tocca di nuovo alla Adelizzi con la finale del solo libero in programma alle 11.

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