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L'Italia in Australia con un Gower in più

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Iwallabies di Robbie Deans stanno scaldando i motori per il Tri-Nations e sabato scorso, tanto per gradire, hanno rifilato otto mete ai Barbarians. Del resto la formazione schierata, infortuni a parte, è la migliore compreso il lancio a estremo del 18enne O'Connor, nuovo fenomeno del rugby Aussie. Inoltre, nelle dichiarazioni pre-partita gli australiani sono stati prodighi di elogi per gli italiani richiamandosi al precedente del novembre scorso quando a Padova (20-30 il risultato) Parisse e compagni gli crearono più di un problema. Ora che l'Irb ha reinserito la regola che favorisce il rolling maul, specialità degli avanti italiani, i canguri ostentano rispetto per l'Italia, ma c'è un motivo in più. Questo motivo si chiama Craig Gower, nato e cresciuto in Australia ma con il nonno materno di Gubbio che gli regala la possibilità di vestire la maglia azzurra. Ex stella del Rugby a XIII, da queste parti più seguito della versione a XV, il 31enne che oggi gioca in Francia a Bayonne è la vera attrazione del tour. Preceduto da una fama di attacca-brighe per qualche precedente disciplinare, è stato una sorpresa positiva per l'ambiente azzurro. Serio e professionale, magari il matrimonio e un figlio in arrivo lo hanno maturato. Ottimo golfista, il giorno libero lo ha trascorso sul green con Mallett e Bortolami, mentre Parisse ne segue da capitano l'inserimento nel gruppo. La Nazionale Gower la segue da un paio di anni, spiega, «da quando sono arrivato in Europa. Giocare in azzurro per me è un'opportunità fantastica di fare qualcosa d'importante nel XV dopo aver vinto tutto quello che si poteva nel XIII». Un passaggio che ha comportato alcune difficoltà tecniche. «Il primo anno a Bayonne - continua Gower - è stato duro. Mi impiegavano da centro, toccavo pochi palloni e facevo fatica. Nell'ultimo periodo giocando da apertura, un ruolo simile a quello di halfback che ricoprivo nel XIII, ho acquisito la giusta confidenza». Secondo gli australiani darà molto all'Italia. «Sono un giocatore cui piace attaccare la linea, placcare e sono abituato a decidere in fretta». Proprio quello che servirebbe agli Azzurri. Vediamo se alle intenzioni, decisamente buone, seguiranno i fatti.

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