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La Coppa Nazioni parla americano

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EnricoTonali Altro che tuffo nella Fontana di Trevi, (come promesso dal presidente federale Paulgross in caso di vittoria). L'Italia ha rischiato di affogare nella Coppa delle Nazioni (due manche, 15 salti, 200 mila euro, 10 squadre) alla 77ª Piazza di Siena dove gli azzurri di salto ostacoli - Natale Chiaudani su Seldana, Juan Carlos Garcia/Hamilton, Giovanni Lucchetti/Boston, Giulia Martinengo/Atletica – hanno chiuso solo all'ottavo posto. Primi gli Stati Uniti olimpionici 2008 (Lauren Hough/Quick Study, Ashlee Bond/Cadett 7 unico binomio yankee a centrare il doppio percorso netto, Laura Kraut/Cedric, Richard Spooner/Cristallo, capo-equipe George Morris, 4 penalità, 4,5 al toto) che superavano un'imprevedibile Francia data alla vigilia inferiore alla squadra italiana. Sul podio - terza a pari merito con la Svizzera - la Gran Bretagna guidata dall'infallibile binomio (pure loro un doppio netto) del cinquantaquattenne John Whitaker e il dodicenne Peppermil, già vincitrice nel 2007 e 2008. Seguivano Germania, Irlanda e Olanda in parità. Eliminate Svezia e Belgio. Il team azzurro concludeva in affanno la prima manche, con 20 penalità come gli scandinavi ma riuscendo a superare il turno per 4”44 in meno. Poteva infatti essere scartato il disastroso percorso di Garcia he il castrone Hamilton iniziava con un «rifiuto» davanti al Colosseo, ostacolo storico risalente ai Giochi Olimpici di Roma 1960. Nel secondo turno, proprio Juan Carlos ed il sauro compivano l'unico percorso netto dell'Italia, ma arrivava il ritiro della Martinengo la cui Athletica aveva già perso un ferro nel riscaldamento e serenità nella prima manche. Non si è trattato della peggiore prestazione dell'Italia in Coppa - in un paio di occasioni non era riuscita a qualificarsi per la seconda manche - ma ripetere in casa l'ottavo posto di due settimane fa nella tappa francese di World Cup è stato duro da mandar giù: «È quanto oggi valiamo», ha ammesso il neo capo-equipe Lupinetti, «non c'è da illudersi ma solo da lavorare, almeno per creare un vivaio di nuove leve. Perchè ci manca anche questo».

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