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La trattativa continua ma a fari spenti

Rosella Sensi

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I contatti tra i due studi legali (De Giovanni per la Roma e Irti per la controparte) sarebbero quotidiani, ma l'offerta formale verrà formulata solo quando gli acquirenti avranno la certezza di ricevere un «sì» come risposta. C'è ancora molto da lavorare, limare e provare a convincere le due parti a trovare un punto d'incontro. Le cifre sono alte e le differenze domanda/offerta (quelle ipotetiche ovviamente perché sempre di società quotata stiamo parlando...) ancora molto importanti. Il nodo, quello vero, sarebbe ancora lo stadio: o meglio la fattibilità di un progetto che comunque la Roma non ha ancora presentato. La società giallorossa prende tempo probabilmente perché sa quanto sia importante avere il «sì» nero su bianco e quindi vuole esser certa di poterlo poi costruire davvero. Il che vorrebbe dire tenere la Roma, risanado il debito di Italpetroli grazie a soldi freschi magari «offerti» da un mega-sponsor al quale si potrebbe intestare il nuovo impianto che nascerà ai margini della capitale. Sull'onda di quanto fatto in passato da molte società europee o anche in Italia con impianti non destinati però al calcio. Allo stesso tempo anche al Comune la smania dello stadio sembra aver perso d'intensità. Qualcuno dice che Alemanno prima di dare l'ok vorrebbe capire il «chi» e il «come». O meglio aver ben chiaro chi investirà sull'impianto e dove questo dovrebbe sorgere (al momento restano in piedi due sole ipotesi: alla Magliana o alla Centrale del Latte). Si è aperta dunque quella che potrebbe essere la settimana decisiva per il futuro della società: che non può più essere prorogato per poter programmare una stagione di livello nel prossimo anno. E la contestazione dei giorni scorsi non potrà far altro che velocizzare questi processi: in un senso o nell'altro, perché a Villa Pacelli dovrebbero aver ormai capito che è arrivato il momento delle risposte. Il popolo romanista vuole sapere quale sarà il futuro della Roma: e, fatti salvi i diritti innegabili della proprietà, è una cosa sacrosanta.

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