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La Samp blocca l'inter

Ibrahimovic

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Non si può però dire che l'Inter non ci abbia provato, e davvero in tutti i modi. Soprattutto, manco a dirlo, col suo uomo-franchigia, quello che almeno dentro i limiti del territorio italiano fa più o meno ciò che vuole su un campo di calcio. Solito miracolo di Julio Cesar a parte, dopo appena dieci minuti sull'occasione di Sammarco imbeccato da Cassano, il primo tempo è tutto un Ibra-show. Inizia con una velleitaria punizione da oltre 35 metri. È l'antipasto. Al 27' una sua prodezza riapre il discorso qualificazione. Palla lunga per Cruz, bravo a difenderla e a fare da sponda allo svedese, che segna con un grandissimo destro incrociato dal limite. L'Inter si carica, Ibra diventa incontrollabile. Passa un minuto e di testa mette in grande difficoltà Castellazzi. E ancora poco dopo su cross di Balotelli stoppa e calcia un pallonetto altissimo: Castellazzi è sorpreso, rimane a guardare, e la palla finisce sul palo interno. Pazzesco, davvero incredibile. Il 2-0 sarebbe stata uno choc fortissimo per una Samp già parecchio impaurita. Poi sempre lui: prima in acrobazia, poi come uomo-assist per Cruz al quinto minuto di recupero, su iniziativa di Balotelli dalla sinistra. Fantastico il passaggio, sfortunata la conclusione, fuori di pochissimo. Poteva essere la svolta, e la disperazione di Mourinho lo conferma. Nella ripresa Mourinho butta dentro Chivu, Cambiasso e Crespo ma è sempre Ibra a sfiorare il raddoppio con un destro terrificante da 25 metri, alto di poco. La Samp potrebbe chiudere con Cassano, ma Julio Cesar quest'anno è il numero uno in porta. L'Inter non molla ma è sulle gambe per lo sforzo profuso, e quando al 40esimo Ibra manca di poco il gol dell'ultima speranza, e poco dopo arriva pure una traversa su rimpallo, deve arrendersi. Il rammarico nerazzurro è tutto per l'andata, per la Samp la chance per il quinto trofeo nazionale. Fuori casa però, e contro la seconda versione, riveduta e corretta, della Lazio di Zarate.

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