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Lazio da impazzire

Juventus-Lazio (foto Gmt)

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Da stropicciarsi gli occhi. Zarate e Kolarov stendono la Juve (inutile il gol di Del Piero) e portano la Lazio dopo cinque anni in finale di Coppa Italia. Allora da queste parti si festeggiava la vittoria del trofeo nazionale, la vittoria di ieri a Torino vale la finale, il 13 maggio all'Olimpico, stavolta di Roma. Oggi il verdetto sull'altra finalista: se sarà l'Inter la Lazio tornerà in Uefa automaticamente, se dovesse essere la Samp in palio quella notte ci sarà la coppa Italia e anche l'Europa. Straordinaria la prova complessiva della banda di Rossi, poche sbavature, tanta sostanza e un campione: Mauro Zarate. Ranieri rivoluziona la Juve con sei cambi rispetto a quelli che avevano cominciato la sfida contro l'Inter: dentro Ariaudo, Mellberg, De Ceglie, Marchisio, Giovinco e Trezeguet.  Rossi sceglie Foggia e la formula più offensiva per cercare di colpire in contropiede la difesa bianconera. Si parte con la spinta di cinquemila tifosi laziali per la banda di Rossi e i cori contro Balotelli e, udite udite, Cannavaro della curva bianconera che evidentemente non gradisce il ritorno del capitano della nazionale. Tant'è, fischia Rizzoli e bastano pochi minuti per capire che la Juve cerca di metterla su fisico, la Lazio sulla tecnica dei suoi tre attaccanti. Nei primi 20' prima Rocchi (tiro deviato da Mellberg) e poi Zarate fanno venire i brividi a Ranieri. Poi tocca a Trezeguet impegnare a terra Muslera in quella che sarà l'unica parata di tutto il primo tempo. Già, perché i biancocelesti soffrono pochissimo la manovra dei padroni di casa. Alla mezz'ora la Lazio capisce che può affondare il colpo e ci prova. Mellberg e Ariaudo vanno in crisi con Zarate, a centrocampo Ledesma e Matuzalem dominano la scena. Al 37', l'assolo del campione (Lotito corri in Qatar a riscattarlo): Maurito riceve il pallone da Kolarov (molto ispirato), controlla e poi scaglia un dardo avvelenato alle spalle dell'esterrefatto Buffon. Fa 0-1, per la gioia dell'argentino che corre sotto il settore occupato dai suoi tifosi. Una gemma, un gol da cineteca che chiude un primo tempo targato Lazio. Ranieri nell'intervallo corre ai ripari e cambia le fasce: fuori Marchionni e Giovinco, dentro gli assi, Camoranesi e Nedved per provare ad aprire la difesa di Rossi. Ma i biancocelesti sono padroni del campo e trovano subito il raddoppio: percussione di Kolarov, sinistro deviato da Grygera che finisce prima sul palo e poi nella porta di Buffon. Gara chiusa, Lazio in finale per la gioia dei suoi tifosi. Il gol di Del Piero serve solo a regalare alla Juve il gol della bandiera. La Juve contestata e ferita, Ranieri insultato: finisce male per i bianconeri, bene per Rossi e i suoi. Ora la finale il 13 maggio.

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