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Nba, domani parte lo show

Lakers

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Cavs contro Lakers. Ovvero il «predestinato» contro «black mamba», ovvero Lebron James contro Kobe Bryant. Se sarà così la partita a scacchi che si giocherà tra le due panchine, Mike Brown, 17esimo coach della storia di Cleveland, alla faccia della scaramnzia, contro il tecnico «zen» Phil Jackson, lascerà spazio alla sfida nella sfida. Una specie di duello rusticano tra i due talenti più fulgidi, non si offendano gli altri, della pallacanestro a stelle e strisce. Difficile ipotizzare una sorpresa, una squadra che, strada facendo, potrà mettere il bastone tra le ruote delle due destinate alla finale. Nella Eastern Conference, dove i Cavs hanno chiuso in testa regalandosi anche il reord della Nba che gli varrà sempre l'eventuale bella in casa, ci sono i campioni in carica di Boston. Ma i Celtics si presentano con la grande incognita targata Garnett. L'uomo che con Pierce e Ray Allen ha regalato ai verdi lo scorso anello è a rischio playoff. Non dovrebbe essere Chicago a poter mettere i bastoni tra le ruote dei Celtics, ma certo già nella semifinale della Eastern, dove dovrebbero incrociare Orlando difficilmente impensierita da Philadelphia, le insidie potrebbero essere tante. Atlanta e Miami completano il tabellone dalla parte Est, la vincente incrocerà in semifinale di conference Cleveland, con la variabile Wade, che nell'ultima fase della regular season ha inanellato prove pazzesche, pronta a seminare un pò d'incertezza. E ad Ovest? Los Angeles ha recuperato il centrone Bynum ma difficilmente Jasckson stravolgerà la chimica dei suoi. Odom è quindi destinato a rimanere in quintetto accanto allo spagnolo Gasol, l'uomo che ha rivitalizzato i Lakers e che Kobe Bryant ha definitivamente investito del ruolo di suo scudiero prediletto. C'è da credere che fin dall'avvio dei playoff, i Lakers se la vedranno al primo turno con Utah. Ma per arrivare a giocare la serie che gli americani dicono, senza troppa modestia, assegni il world championship, il campionato del mondo, Los Angeles dovrà guardarsi dalle insidie che le porteranno le altre del tabellone dell'Ovest. Portland sembra un outsider da prendere con le molle mentre San Antonio vive della grande esperienza del francesino Parker e del caraibico Duncan, ma dovrà rinunciare all'esplosività ed alla classe di Manu Ginobili. C'è poi Denver, seconda testa di serie dal lato dei Lakers. «Penso che possiamo essere allo stesso livello dei Lakers e degli Spurs - dice Billups guardia dei Nuggets - e ci giocheremo le nostre possibilità. Il titolo? Se sapremo avere la giusta concentrazione, perché no?». Lebron e Kobe permettendo, ovviamente.

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