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Una minirissa da osteria trasteverina

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Grandelavoro per il Giudice Sportivo Tosel, niente guanto di velluto, come la logica della particolare atmosfera suggeriva, però in qualche caso caso un minimo di esagerazione c'è stato. Come nel caso dei tre turni a testa di stop decretati a carico del romanista Mexes e del laziale Matuzalem, due dei protagonisti di un pomeriggio non proprio esemplare sul piano educativo. Ho ascoltato Marcello Lippi affermare, e non so dargli torto, come il calcio italiano sia lodevolmente sensibile ai problemi sociali, purtroppo gli esempi tangibili restano rari, prevalgono gli isterismi, la presunzione, la mancanza di rispetto verso quelli che sono colleghi di lavoro e vengono braccati come nemici. Prendete i due galletti del derby, premesso che occorrerà chiarire se a fine partita si siano verificati strascichi che le immagini non hanno individuato. In realtà la minirissa aveva più l'aspetto di uno di quei faccia a faccia delle vecchie osterie trasteverine, tipo «Reggeteme ché l'ammazzo», mulinare di braccia senza che qualcuno ne esca con un graffio o con un livido irrilevante. A questo punto diventano quasi un atto di clemenza le cinque giornate inflitte al fiorentino Felipe Melo e al cagliaritano Diego Lopez, che nel dopo partita, non appena lasciato il campo, si sono scambiati pesanti cazzottoni in bocca, non proprio in linea con la festa e il perdono suggeriti dalla Pasqua. Una giornata a testa per Luciano Spalletti e Igli Tare, trattamento secondo me iniquo di fronte al peso delle rispettive responsabilità. Civilissima persona di buon livello culturale, il team manager laziale è stato più vittima che colpevole di una situazione imbarazzante, anche per gli accenti della discussione. Adesso i ricorsi tenderanno ad attenuare le sanzioni, ma nulla potrà cancellare immagini televisive vietate ai minorenni. La Roma, attesa da momenti durissimi, a cominciare dal match con il Lecce con difesa improvvisata, ha proposto il faccia a faccia tra Spalletti e la squadra, presenti Conti e Pradè. «Non mollare», la parola d'ordine, la sensazione è che gli ormeggi abbiano lasciato la presa, travolti dalle ondate di nervosismo.

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