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Formula 1, corse e ricorsi

Ferrari

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IEra stato fin troppo ottimista, Max Mosley.ll presidente Fia aveva detto di aspettarsi, dopo il Gp di Melbourne, prima gara della stagione 2009, una pioggia di ricorsi contro i diffusori usati da Toyota, Williams e Brawn Gp. In realtà, i ricorsi sono arrivati ben prima della gara. Ferrari, Renault e Red Bull, nel primo giorno in Australia, hanno subito presentato un reclamo ufficiale contro le soluzioni tecniche adottate dalle tre scuderie sotto accusa. La questione è nota: i diffusori, secondo le nuove regole, dovrebbero essere uguali per tutti, ma Brawn Gp, Williams e Toyota avrebbero approfittato di «falle» nel regolamento per adottare soluzioni più «creative» che, a quanto pare, permetterebbero di guadagnare circa 5 decimi al giro. I commissari della Fia si sono riuniti per esaminare i reclami e, dopo oltre quattro ore di discussione, li hanno respinti. Le tre scuderie potranno essere regolarmente al via a Melbourne ma la storia non finisce qui. Ferrari & Co. potranno fare appello. In quel caso, la decisione della Fia non si avrebbe prima di lunedì. Ma la «grana diffusori» non è certo l'unica incognita che rende nebuloso e incerto l'inizio del mondiale. Le nuove regole, ma anche il caos politico scaturito dai contrasti tra la Fota (l'associazione dei team) e il duo Ecclestone-Mosley, faranno in modo che le prime sfide della stagione si giocheranno in tribunale e ai box piuttosto che in pista. Il Kers è l'incognita più grande. Il sistema di recupero dell'energia cinetica, che inizialmente doveva essere obbligatorio, è ora facoltativo. Il risultato è che alcune scuderie (Brawn Gp, Toyota, Toro Rosso e Force India), a inizio campionato, non lo useranno. Un vantaggio o uno svantaggio? Non è chiaro, anche perché se il Kers regala cavalli in più al motore per 6/7 secondi al giro, è anche vero che pesa una trentina di chili o poco più. Diventa determinante, a quel punto, persino il peso del pilota. Kubica, per dirne una, potrebbe essere sfavorito dalla notevole stazza. Come se non bastasse, il costo del Kers (si parla di una ventina di milioni di euro) vanifica gli sforzi fatti per risparmiare sui motori. Il vero risultato del blocco dello sviluppo dei propulsori durante l'anno, quindi, più che permettere economie, potrebbe essere quello di impedire alle scuderie più forti di migliorarsi e distanziare le deboli durante l'anno. Per questo si pronostica un campionato all'insegna dell'equilibrio e dell'incertezza. Dubbi, poi, sul limite di otto motori per ogni pilota. Quali sono le penalità per chi è costretto a usarne di più? Il ritorno alle gomme slick, invece, segna un passo indietro della Fia nella politica di sicurezza che era stato uno dei leit motiv di Mosley. Gli pneumatici lisci consentivano velocità troppo alte in curva. Adesso sono tornati e dovranno essere gestiti da una generazione di piloti che, per la gran parte, non li ha mai usati. Massa sostiene che bisognerà adottare uno stile di guida più morbido. Basterà? Vedremo. Infine c'è il problema del boicottaggio minacciato da Renault e McLaren nei confronti di Ecclestone. Il tutto perché le due scuderie non avrebbero ancora ricevuto i soldi promessi per l'adesione al Patto della Concordia, quello che ha vincolato le scuderie a partecipare alle stagioni 2006, 2007 e 2008 di Formula Uno. Se Ecclestone, nei giorni scorsi, aveva liquidato la faccenda vantandosi di aver fatto valere tutta la propria autorità nei confronti dei ribelli, Jean-Francois Caubet, responsabile comunicazione della Renault, ha riaperto il caso: «Le scuderie ed Ecclestone - ha detto - si incontreranno domani (oggi, ndr) a Melbourne per trovare una soluzione». Ancora una volta soldi, ricatti e ricorsi. Come se quello che succede in pista non interessi a nessuno.

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