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Mourinho: "Ma quale rabbia, questo è orgoglio"

Inter - Panathinaikos

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«Questa non è una conferenza stampa da Medioevo, è che a me piace cambiare. Qualche volta cambio i capelli: una volta li ho tagliati tutti, ora li ho fatti crescere. Un giorno sono venuto con la barba lunga, ma oggi sono assolutamente perfetto». Decisamente pacato, soprattutto rispetto alle pesanti polemiche innescate dal portoghese nel dopo Inter-Roma. E che come conseguenza, tra le tante, gli hanno anche cambiato l'umore. «Arrabbiato? Non è l'aggettivo giusto per dire come mi sento – spiega Mou - no, sono orgoglioso di me». Ma forse anche un po' stufo dell'Italia, o desideroso di andarsene via a fine stagione. «Nel calcio non sai mai, puoi restare due, tre, quattro o dieci anni, chi lo sa. Dipende...da tutto. Ma è certo che io non lavoro per l'arrivo di un altro allenatore». Quindi ha già smesso? O è solo una reazione da «musone» in conferenza? Chi può dirlo. Certo che all'inizio di una settimana chiave sostenere che «mancano 86 giorni alle vacanze, e sicuramente le mie non saranno in Italia. Andrò in Africa, dove faccio la mia beneficenza e gioco con i bambini, e in America perché è un Paese che mi piace, poi in Portogallo perché è normale, ma non in Italia». E soprattutto non con Spalletti o Lapo, ai quali «non rispondo». Intanto però, prima delle tanto auspicate vacanze, gli tocca tornare sul luogo del delitto, a Marassi, e poi nella sua Inghilterra. «Il Genoa è una delle squadre che gioca il miglior calcio - ammette Mourinho - ma non sono preoccupato. Ha un gioco d'attacco, di qualità, gioca senza pressioni e con grande gioia». E allora ci vogliono di nuovo i titolari, e quel 4-3-1-2 che dà maggiori garanzie, e s'è visto. Con Stankovic alle spalle del rientrante Ibra e del confermatissimo Crespo, davvero in forma nonostante le tante esclusioni. E poi Santon e Cambiasso, con Burdisso che si gioca il posto a fianco di Cordoba con Materazzi. Per ritrovare vittoria e sorriso, anche senza due pedine chiave come Chivu e Samuel. E magari quel gol che secondo capitan Zanetti «possiamo segnare in qualsiasi momento». Anche col Manchester. Che comunque per Mourinho viene dopo il Genoa. E prima delle vacanze.

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