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Gli stranieri che lo sceicco non chiederà mai

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Seguendo una tendenza inaugurata dalla pallacanestro, la serie A ha incominciato a ospitare sempre più calciatori esteri di medio-basso livello che, però, sul mercato costano molto meno dei colleghi italiani. Capita così che un Morimoto giochi molti più minuti in campionato di Iaquinta o Pazzini e che un talento limpido come Giuseppe Rossi sia dovuto emigrare al Valencia per potersi mettere in mostra con continuità. O che Stefano Fiore sia disoccupato e che il Torino, sua ex squadra, si affidi a centrocampo agli illustri sconosciuti Dzemaili o Saumel. Il tutto mentre Blatter e Platini si affannano per far affermare in Europa la dottrina del 6+5. La situazione, in Italia, non è neanche così drammatica. Nell'ultima giornata di campionato, infatti, sono stati schierati 99 stranieri e 121 italiani. I veri problemi subentrano se si prendono in considerazione singolarmente alcune squadre. Inter, appunto, ma anche Lazio (10 stranieri e un italiano) e Roma (9 stranieri e 2 italiani). Anche in questo caso, siamo proprio sicuri che Radu sia meglio di De Silvestri? Ai poveri italiani, anche con pedigree illustre, non resta che consolarsi in provincia - vedi Di Vaio che fa sfracelli al Bologna nonostante molti lo dessero per finito - o in serie B, come Cristiano Lucarelli al Parma o Tavano al Livorno. O come quel Vantaggiato che fa impazzire i tifosi del Rimini e che una chance in massima serie forse la meriterebbe. Certo, però, che con una richiesta come 4 milioni di euro non sarà facile che Catania o Udinese tornino amanti del «Made in Italy»...

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