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Michele Camaioni Fratelli d'Italia ...

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Soprattutto in quella di calcio a 5, che ai mondiali di Rio (ieri sofferto 5-5 con l'Iran, sabato semifinale con la Spagna campione) sta praticamente giocando in casa, dal momento che i 14 uomini di Nuccorini vantano tutti origini brasiliane e sono stati naturalizzati al pari di decine di colleghi sparsi tra la serie A e la C2. Anche nelle realtà minori, infatti, ci sono società che rinunciano alle giovanili pagando una multa e puntano su frotte di «naturalizzabili», pronti anche a condividere l'alloggio con altri stranieri pur di mandare qualche euro in Brasile, Argentina o Venezuela. Un'invasione che dunque non solo ha precluso la nazionale agli italiani - vedi Beardi dell'Arzignano - ma ha anche scoraggiato gli investimenti sui giovani, con le eccezioni di LazioColleferro, Torrino, Vesevo, Bisceglie e Marca Trevigiana. Crisi dei vivai e caccia allo straniero caratterizzano tuttavia anche il calcio a 11. Con la convocazione dell'argentino Camoranesi, di nonno marchigiano, nel 2003 il Trap infranse un «tabu» che - se si escludono Di Matteo e Perrotta, nati in Svizzera e Gran Bretagna da italiani - reggeva dagli «anni ruggenti» degli oriundi argentini Angelillo, Guaita, Lojacono, Pesaola e Sivori, dei brasiliani Altafini, Da Costa, Sormani e degli uruguaiani Ghiggia e Schiaffino. Sulle orme di Camoranesi, di recente il fiorentino Osvaldo (nato a Buenos Aires) ha optato per l'Under 21 azzurra. In attesa di una chiamata di Lippi invece Ledesma (argentino) e Amauri (brasiliano con moglie dal nonno italiano), mentre Taddei ha rinunciato «per rispetto dei calciatori italiani». Ha madre brasiliana il napoletano Santacroce, trasferitosi in Brianza nel '90: una storia simile a quella di Ferrari, nato in Algeria da madre guineiana. Differenti i casi di Balotelli, nato a Palermo da ghanesi e affidato a italiani, dell'italo-argentino Forestieri - nato a Rosario e cresciuto nel Boca - e di Okaka, nato a Castiglione del Lago da nigeriani (di padre nigeriano è Oshadogan, primo colored dell'U21). Le vie della naturalizzazione, insomma, sono infinite e la regola del «6+5» (6 nati sul territorio nazionale negli 11 titolari) proposta dalla Fifa non arginerà il fenomeno: che ci piaccia o no, dovremmo abituarci.

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