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Il toscano «rinforzato» dalla Sensi

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Luciano Spalletti è e resta l'allenatore della Roma. Così ha sentenziato la Sensi dopo la mazzata di Siena, lo stesso concetto è stato ribadito da Bruno Conti. I due dirigenti hanno fatto tesoro di un'esperienza vissuta da loro in prima persona che sembra lontana ma in realtà risale a soli quattro anni fa: la stagione iniziata con Prandelli e finita con lo stesso Conti, passando per Voeller, Sella e Del Neri. La società ha scelto una nuova linea nel primo vero momento di crisi dopo quell'annata maledetta: rafforzare ancor di più i poteri del tecnico. Il modo migliore per responsabilizzare i giocatori, ma anche l'unica strada percorribile in un momento del genere. «Mandare via Spalletti per prendere chi?» la prima elementare domanda che i dirigenti non si sono neanche posti. Da quando è iniziata la stagione anche il tecnico non ha pensato per un secondo di mollare la squadra, è un allenatore a cui piace ricostruire ed eccogli servita la nuova sfida. Così ha sorriso domenica sera mentre metà Roma gli telefonava chiedendogli se si era dimesso: le solite chiacchiere che si erano diffuse in una città unica nel suo genere. Spalletti sembra aver dimenticato lo «stordimento» dei mesi passati in cui «l'occasione della vita», il Chelsea, gli continuava a frullare per la mente. E ha messo da parte anche le divergenze sulle scelte di mercato. Chi frequenta Trigoria lo trova motivato come prima ormai da qualche settimana anche se non ha ancora trovato i rimedi per risolvere i problemi della Roma. Ieri un nuovo confronto, stavolta faccia a faccia, con il ds Pradè e il dt Conti. «Nulla è perduto, la fortuna dovrà girare prima o poi» il pensiero comune di staff tecnico e dirigenti. Spalletti si è presentato alle 10.30 a Trigoria, ben prima dell'allenamento fissato per le 15. Ha stilato insieme a Pradè e Conti il programma di lavoro dei prossimi giorni e ha analizzato le situazioni più intricate del momento. A cominciare dagli infortuni, vero tallone d'Achille della sua quarta Roma. L'ultimo caso di Baptista non aiuta di certo a ritrovare serenità, ma per la sfida con l'Inter il tecnico conta comunque di riavere a disposizione buona parte degli altri «convalescenti». Totti merita un discorso a parte: Spalletti ha provato a frenarlo sin da inizio stagione e non voleva impiegarlo in Supercoppa, ora anche il capitano ha deciso di tornare in campo soltanto quando starà bene. Il toscano ha apprezzato le parole della Sensi, mai così chiara nell'investirlo come vero e proprio «custode» di Trigoria. Il calendario mette subito alla prova gli effetti della nuova unità d'intenti: Inter, Chelsea, Udinese, Samp, Juve, ancora Chelsea, Bologna e derby, otto partite tutte d'un fiato che ci diranno se la Roma degli ultimi tre anni è solo un ricordo. Spalletti è convinto di «no» e i conti vuole farli a fine stagione: il contratto gli scade nel 2011 e da lunedì l'ombra di Ancelotti è più lontana.

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