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L'invito di Totti

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È arrivata seconda negli 800 stile libero, si è arresa solo all'inglese Rebecca Adlington, che sulla distanza ha buttato giù il più vecchio record del mondo, che resisteva da 19 anni. Una rimonta straordinaria per la romana. E pensare che sulla distanza, a livello internazionale, aveva fatto poche gare, e quando ha visto il numero 2 sul tabellone del Cubo acquatico l'emozione è schizzata ben oltre la sua corsia 6. «Realizzerò tutto quando torno a casa, e non vedo l'ora. Quest'anno sono stata sempre fuori - dice l'azzurra - Ma questa medaglia è tutta per me, è stato un anno difficile, pieno di decisioni importanti, di grandi cambiamenti. Sono stata coraggiosa, ed è venuto fuori il meglio di me». Tanta fatica, allenamento e zero distrazioni: perché «solo chi nuota sa cosa si prova quando arrivi a un traguardo importante. Siamo soli in acqua, tu e il tuo respiro. Basta». L'azzurra, 21 anni, romana che di più non si può, adesso però pensa al fuori, a uscire da quell'esilio forzato a Verona - «Veroma», come la chiama lei - culla del nuoto azzurro, ma così lontana dal calore della sua Roma. Ma per fare il salto di qualità era necessario anche tagliare il cordone. Alessia Filippi è una «tosta», appena ventenne si è comprata «una casa splendida», ha anche la macchina sportiva da bad girl, «proprio da cattiva» dice lei. Insomma ha tutto e adesso non sa come utilizzare i 75.000 euro dell'argento vinto. «Ci devo pensare bene, prima voglio assaporare questa medaglia - dice srotolando il nastro rosso che fa da contrasto al disco argentato - è troppo bella, ma la vedete?». L'adrenalina è a mille. Ha ancora in testa quelle sedici vasche, la progressione, il vantaggio sempre più ridotto, fino al rush d'argento. Stavolta non ha sbagliato a contarle, l'incidente agli Europei in vasca corta l'aveva traumatizzata: ma sulla corsia olimpica «è difficile sbagliare. E comunque c'è la campana che a ogni 50 ti suona sulla testa, impossibile non sentirla...» scherza l'azzurra. Il sorriso l'ha accompagnata fino sul podio, a mascherare l'emozione tradita però dagli occhi. Lucidi, a cercare mamma e papà, a salutare chi come lei aspettava questo momento. «Quando esulto lo faccio con il cuore», dice. Nel frullatore delle emozioni l'azzurra si è tuffata come fa quando dai blocchi si immerge nell'acqua: voleva diventare una grande. C'è riuscita. E ora qualcuno glielo scriva davvero di nuovo.

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