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Cunego, resta un sogno l'impresa in salita

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A quel punto Tiralongo, altro compagno di Damiano, ha dato un grande impulso all'azione, conducendo il suo capitano (e gli altri) ad avere fino a 8' sul gruppo subito prima della lunghissima Bonette, ultima salita di giornata: un'enormità che permetteva al veronese un rientro-champagne in classifica, e che proiettava pure Valjavec in maglia gialla virtuale. Ma apriamo una parentesi. Oltre ai 28 fuggitivi del mattino citati sopra, ce n'era un ventinovesimo: Stefan Schumacher, partito con gli altri e scattato da solo sulla Lombarde. Il tedesco aveva guadagnato fino a 12' sul plotone (e 5' sul gruppetto Cunego), ma ha fatto male i conti, perché ha finito la benzina prima di arrivare in cima alla Bonette (a 23 km dal traguardo), ed è stato risucchiato. Non da Cunego, che nel frattempo si era staccato sull'interminabile salita, ma da altri onesti comprimari, che poi sono andati a giocarsi la vittoria dopo la picchiata: e il quartetto emerso dalla Bonette, formato da Popovych, Casar, Arroyo e Dessel, ha prodotto la vittoria di quest'ultimo, gioia di Francia. Per quanto riguarda i big della classifica, non c'è da stappare bottiglie: sulla Bonette tutti dietro a Andy Schleck che faceva l'andatura per il fratellone in giallo: in cima qualcuno ha patito (Valverde, Samuel Sánchez), ma in discesa son rientrati tutti, tranne Menchov che nella picchiata si è proprio staccato, perdendo qualche secondo. La classifica resta praticamente invariata (perde un po' di terreno giusto Vande Velde) e ogni discorso è rinviato all'Alpe d'Huez. Restiamo in fervida attesa di scossoni.

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