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ZURIGO «Sì, mi sorprenderebbe non essere in campo dal primo ...

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«Mi sento un punto fermo di questa nazionale - dice il centrocampista accreditato di un'esclusione prima di queste parole - e anche Donadoni mi ritiene indispensabile. Con i francesi sarò sicuramente in campo». Una certezza così - se non è pretattica - è merce rara, in una nazionale assai poco sicura del proprio destino. «Tornare a casa sarebbe un fallimento, ma pensiamo a battere la Francia: semmai usciremo a testa alta», dice un altro milanista, Massimo Ambrosini. A sparigliare le carte di questa vigilia a Zurigo è però il regista rossonero. La presenza di Pirlo in campo escluderebbe un 4-3-3 puro, Donadoni lo ha chiarito: «ho spesso giocato con tre punte, ma nelle mie squadre la fase offensiva è sempre equilibrata con quella difensiva». Come dire, Cassano-Toni-Di Natale perché no, ma impossibile da vedere con un centrocampo troppo sbilanciato. E allora solo il barese sembra sicuro del posto, mentre Perrotta va verso la conferma. Radio spogliatoio dà anche Gattuso come tranquillo della sua presenza in campo. Ambrosini ammette la delusione per non aver giocato la seconda, dopo il ko con l'Olanda. Insomma, è come se gli azzurri volessero scendere in campo in 23. Rischia il posto anche Camoranesi. «Non credo di aver portato la croce in questa squadra - dice il centrocampista azzurro - gioco dove vuole Donadoni: ala o in altra posizione»,. E se Francia-Italia è partita con due anni di rivalità «e tante polemiche alle spalle», come ricorda Cannavaro, Olanda-Romania rischia di diventare la mina vagante di questa ultima giornata del gruppo C. «Ma io sono certo, sarà una partita regolarissima», frena Camoranesi. «Lo credo, lo spero», ribatte Del Piero.

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