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Arbitri, stagione da «giallo»

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A rileggere il film del campionato non si può proprio dire che abbia torto, anche perché per la classe arbitrale il torneo appena concluso è stato un calvario. Con le loro sviste i vari Gervasoni, Bergonzi, Ayroldi, Rizzoli, Rosetti (già, pure lui, il nostro fischietto n.1 che ci rappresenterà agli Europei) hanno indirizzato le partite, non solo dell'altra classifica, ma anche della zona salvezza (emblematica in tal senso Inter-Parma 3-2). E tralasciamo il discorso sui segnalinee, che rispetto agli arbitri sono più difendibili per la reale difficoltà nel valutare gli offside dovuta alla velocità del gioco e alle complicazioni di una regola che andrebbe snellita e resa più facilmente applicabile. Il primo anno dell'era Collina, dunque, è stato disastroso. È vero che ad inizio stagione il designatore ha chiesto pazienza nei confronti di una classe arbitrale molto giovane e sottoposta ad un profondo rinnovamento. Ma è anche vero che a sbagliare sono stati tutti: i più giovani come i più esperti. Basti ricordare cosa combinò Rosetti negli ultimi 10' di Inter-Roma, con quella doppia ammonizione a Mexes nella quale dimostrò eccessiva rigidità nell'applicare le regole e poca propensione al buon senso. Una dote, quest'ultima, fondamentale per essere un buon arbitro. Ma la sua è stata una stagione del tutto negativa, tanto che se prendiamo in considerazione le medie voto degli arbitri che hanno diretto almeno 15 gare scopriamo che è all'ultimo posto con un esplicativo 5,30 in 21 partite. Al primo, invece, c'è Saccani con 5,88 in 21 gare. Quasi la sufficienza. Non a caso ha diretto spesso la Roma in modo perfetto: a Bergamo, a Torino con la Juve, a Napoli, a Genova con la Sampdoria e anche a Catania. Alle sue spalle il più promettente delle giovani leve: il veneto Orsato, con una media voto di 5,86 in 18 partite. Poi Banti con 5,79 in 17 gare e Morganti con 5,71 in 21. A lui dovrebbe toccare la finale di Coppa Italia dell'Olimpico, dove Rosetti è obiettivamente impresentabile. Subito dopo Rocchi, al quale sono state affidate spesso partite importanti e che se l'è cavata con una media-voto di 5,70 in 20 direzioni. Saccani, Orsato, Morganti, Rocchi: sono loro i quattro pilastri dai quali ripartire per ricostruire una classe arbitrale verso la quale, dopo questo campionato, c'è sempre meno fiducia.

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