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Da Lotito ai preparatori atletici, ...

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La prima colpa è consistita nel non aver saputo vivere con la consueta obiettività l'exploit dell'anno scorso, illudendo noi stessi e i nostri giocatori di meritare un posto nell'Olimpo. Una schiappa illusa è pericolosa due volte: perché resta schiappa e perché, non accettando più di essere trattata come tale, finisce per naufragare nell'insoddisfazione. Col risultato che la molla che la issava aldisopra delle proprie capacità - la dedizione - diventa flaccida e non scatta. Per la schiappa illusa l'unica cosa che conta è «il contratto»... Seconda colpa: la disaffezione. Sì, sono ultra-iper-stra d'accordo con chi dice che se facesse il produttore di film hard uno come il nostro presidente ammoscerebbe persino Rocco Siffredi. Ma resta il fatto che la Lazio 2007-2008 gioca senza il sostegno del suo pubblico. Gli unici cori che si sentono allo stadio sono quelli contro Lotito. Il che si traduce in minor carica agonistica dei giocatori e nella deresponsabilizzazione dell'intero ambiente. Lotito diventa insomma l'alibi perfetto per chi ha poca voglia di lavorare e per chi non sa trovare una via d'uscita ai problemi di gioco. Terza colpa. In passato, quando la situazione era critica, facevamo sentire al mondo la nostra voce. Ricordate la spedizione a Napoli? Via Allegri 2000, dopo Parma-Juve? Ora sembriamo essere i primi a non crederci più: al massimo mandiamo un sms ai giornali o telefoniamo a una radio privata. Amici tifosi "normali": rimbocchiamoci le maniche almeno noi, prima che sia troppo tardi. I Lotito passano, la Lazio resta!

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