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Carrizo alla Lazio

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«Stavolta ci credo»

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«Va tutto bene - ha dichiarato ai cronisti - spero di giocare presto nel campionato italiano. Martedì tornerò a Buenos Aires, ma non conosco ancora il mio futuro: da giugno sarò tesserato per la Lazio, ma se domani - oggi n.d.r. - le cose dovessero andare per il verso giusto, potrei anche essere tesserato sin da gennaio: spero che questa sia la volta buona». Un rapido saluto ai cronisti, poi il portiere è salito in macchina per raggiungere lo studio dell'avvocato Gianmichele Gentile. Due ore di riunione per pianificare gli ultimi dettagli in previsione dell'udienza di questa mattina a Pinerolo. In Procura oggi si chiuderà definitivamente l'indagine penale relativa alla presentazione della prima certificazione prodotta dallo studio legale di Buenos Aires. «Sarà un passo intermedio molto importante - ha dichiarato ieri l'avvocato Gentile - e nei prossimi giorni entreremo in possesso dei documenti necessari per presentare una nuova istanza per la cittadinanza: in Argentina stanno ultimando la traduzione». Oggi verrà definito il reato, verranno separate le competenze tra Procura e autorità amministrativa. E questo passaggio alleggerirà la pressione sul Comune di Pinerolo che - a quel punto - potrà agire in maniera più dinamica. Tra venerdì e sabato la nuova documentazione prodotta sarà nelle mani del sindaco di Pinerolo che potrà avviare la pratica di cittadinanza. Intanto, Carrizo e l'avvocato Gentile anticiperanno verbalmente i contenuti del certificato matrimoniale risalente al 1873. Il Ministero dell'Interno aveva chiesto una documentazione aggiuntiva sul certificato di nascita di Francesco Martin - l'avo di Carrizo partito da Pinerolo - e sul certificato di matrimonio. Entrambi i documenti sono stati rettificati direttamente dalla Curia e certificati dalle autorità argentine. Perchè tanta confusione nella certificazione? Semplice: avendo una relazione con una donna più giovane, l'avo di Carrizo si sarebbe tolto qualche anno prima di convolare a giuste nozze. E tale sottrazione sarebbe poi risultata nel certificato di matrimonio. Da qui l'incompatibilità con i certificati italiani: 8 anni di differenza che, lo studio legale argentino, ha cercato di colmare con escamotege subito evidenziati dal Consolato di Buenos Aires.

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