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Ci si chiede quali saranno le ...

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Lo strapotere della Juventus fu accettato senza particolari proteste dalle altre squadre perché, in cambio della riduzione di una unità nel numero delle promozioni ci furono evidenti vantaggi economici, rappresentati dai soldi della TV e dai maggiori incassi al botteghino che, almeno una volta nella stagione, la visita del club più popolare nel nostro paese procurava. La festa, però, com'era inevitabile è durata soltanto un anno ed è già arrivato il momento di contare le perdite. La serie B ha riavuto una promozione in più ma ha perduto i soldi della televisione. Intanto Luciano Moggi è tornato prepotentemente protagonista. Si è avuta la conferma che la fitta rete di amicizie e di complicità che l'ex direttore generale della Juventus aveva tessuto con buona parte degli addetti ai lavori (dirigenti, allenatori, arbitri e giornalisti) aveva resistito alla bufera ed anche al pericolo che le intercettazioni sarebbero continuate. La mia impressione è che il mondo del calcio guardi con molto scetticismo a questa nuova vicenda. Inoltre le speranze di un'opera di totale bonifica a livello dirigenziale sono praticamente nulle per due buoni motivi: la mancanza di volontà ed anche di ricambi. Matarrese e Galliani si sono trovati d'accordo nell'affermare che il calcio può considerarsi il vanto del nostro paese. Evidentemente hanno confuso i successi (innegabili) ottenuti dalla nazionale e dalle squadre di club con i problemi di organizzazione interna. Tra questi l'improcrastinabile esigenza di farci sapere per quanti anni ancora dobbiamo tenerci una serie A con venti squadre. Un esemplare quadro d'ambiente ci viene regalato dal triangolo Cellino-Sonetti-Giampaolo che presenta sullo sfondo l'inquietante episodio Foggia-Marchini con la straordinaria partecipazione di Acquafresca. Altri tempi quelli in cui Cagliari proponeva altri nomi come Arrica-Scopigno-Riva.

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