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Varata a Valencia la nuova imbarcazione per l'America's Cup

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Lo skipper De Angelis: «Ripagato un anno di sforzi, siamo cresciuti»

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Miuccia Prada, trattenendo l'emozione, ha infranto la bottiglia di spumante di Ballavista sulla prua, dando il via alla festa per il varo della nuova imbarcazione. Poi ITA94 si è calata, lentamente, nelle acque del porto di Valencia facendo il suo esordio a tre mesi della resa dei conti, l'America's Cup. Slanciata, grigia, ormai senza coperture, Luna Rossa è sembrata da subito più snella rispetto alla sua sorella maggiore ITA86. Molto più stretta, tra i tre metri e trenta e i tre e cinquanta, e i bordi molto più dritti, raggiunge una lunghezza di circa ventiquattro metri per ventiquattro tonnellate, misure pensate per i venti spagnoli della costa orientale. «È la barca definitiva. Questo è un momento molto intenso per me, perché ti aspetti i frutti di un anno di lavoro, di tecnica e di materiali che si evolvono. Questa barca ha fatto molti passi in avanti rispetto alle precedenti. Non vedo l'ora di provarla e conoscerla, magari per migliorarla ancora». Sono le prime parole di Francesco de Angelis, capo del team e skipper di questa Luna Rossa, che non nasconde l'emozione per le nuove forme della «sua» barca, che andranno, probabilmente, a incrementare le prestazioni. Tanto più che nell'ultimo atto della Coppa America, che per la prima volta dal 1851 si disputerà in Europa, ci sarà il defender Alinghi da battere. Tanto più che il 16 aprile, bisognerà essere pronti per la Louis Vuitton Cup. «Durante il lavoro di questi tre anni abbiamo cercato di sfruttare il regolamento. Ora il successo - ha detto de Angelis - dipende molto dal vento e da quanto le barche saranno vicine. Sarà una bellissima regata anche perché c'è da sfruttare il fattore tempo». Ottimismo da parte del team, dunque, e soprattutto da parte di Patrizio Bertelli, presidente del sindacato di Luna Rossa. «Abbiamo gli uomini giusti al posto giusto, ora dobbiamo solo limare il lavoro in mare. Facciamo tutte le verifiche statistico-tecniche, poi scendiamo in acqua». La convinzione di Bertelli nasce da una grande passione, la sua, per uno sport che ama. «In questi tempi mi sono sognato la barca anche di notte. È la terza Coppa per me, ma è come se fosse la prima». Tanta la passione, che proprio non ce la fa a non togliersi un sassolino dalla scarpa: «Questa per me è una manifestazione sportiva, e voglio che chiunque vinca, faccia diventare tutto questo un evento velistico e sociale, non mondano». Il presidente, chiaramente, si riferisce al businness della vela che adombra il senso sportivo della competizione. «La Coppa America ha un costo eccessivo, bisogna farla diventare un evento per il grande pubblico, per tutti. È un problema serio che devono prendere in considerazione soprattutto i progettisti. Si spendono soldi - prosegue Bertelli - per due barche e mezzo, mentre invece bisognerebbe prendere esempio dalla Formula Uno che ha limitato i motori a otto cilidri, diminuendo i costi. Questa competizione non sembra fatta per la gente, e la gente non è stupida, lo capisce e si allontana, non si interessa». Ma con o senza pubblico, ora ITA94 dovrà prepararsi all'assalto della Louis Vuitton Cup per poi sognare di battere Alinghi. Intanto, da oggi, sul calendario di ogni uomo e di ogni appassionato di vela, è nata una nuova Luna.

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