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Sul marchio: non l'ho conferito per il salvacalcio

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Oddo e Zauri: sono inibito, non tratto i rinnovi

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«Non cedo la società, anzi spero di restare a lungo. Per quanto? Non ci sono scadenze per una presidenza, mi auguro di rimanere a vita». Un messaggio diretto, che funziona anche da risposta, non polemica, a margine della settimana in cui la Curva ha chiesto al numero uno un gesto per far avvicinare investitori al club. Sull'argomento è lapidario. «I tifosi? È un discorso che sarà affrontato successivamente, vedremo a tempo debito quello che sarà». Nessun tono polemico, ma il fronte cambia rapidamente per tornare ad abbracciare l'aspetto meramente gestionale, trattato con orgoglio. «Il risanamento deve essere completato ma la Lazio è praticamente fuori dal tunnel. Mi sono stupito di essere riuscito a ottenere il risultato con un anno di anticipo rispetto a quelli che erano i tempi inizialmente previsti». L'altro tema caldo investe la sfera dell'organizzazione societaria, quella conferimento del ramo d'azienda, con marchio annesso, al centro dei riflettori. «Non è un sistema nato per la questione dello spalmaperdite ma una soluzione per incrementare i ricavi e un modo diverso per approcciare il mondo del marketing e della comunicazione. Il marchio? Si tratta di un conferimento che accrescerà di molto i ricavi, taglierà le spese e garantirà una struttura molto flessibile. Una cosa del genere prima non si poteva realizzare perché non si poteva fare un discorso di condivisione degli utili. Se una società di calcio porta perdite nessuno vuole condividere questa situazione». Si torna a parlare di calcio con le situazioni relative ai rinnovi di Oddo e Zauri: «Mi auguro che Oddo resti anche in futuro un giocatore della Lazio. È un giocatore importante e questo è sotto gli occhi di tutti. Ha dato un grosso contributo sabato all'Italia contro l'Ucraina, è un valore aggiunto e un giocatore che tutti vorrebbero. Del suo rinnovo del contratto, come di quello di Zauri, non posso parlare perché sono inibito». Sulla denuncia di Mazzoleni: «È ora di farla finita di sparare sulla Lazio e con situazioni che niente hanno a che vedere con Lazio. Reagiremo in tutte le sedi penali e civili per chiedere i danni. Perché succedono certe cose alla Lazio? Quando porti avanti progetti che scardinano sistemi convenzionali strutturati, questo può destare preoccupazione a tutto il sistema. Il mio approccio verso questo mondo con la proposta degli stadi polifunzionali e del tetto ai salari, di cui ora sta parlando il governo, e di tutta una serie di iniziative che stanno prendendo corpo possono creare fibrillazione al sistema. Nessuno ci può defraudare di ciò che abbiamo meritatamente conquistato sul campo, facendo tutto nel rispetto delle norme. Noi faremo di tutto perché le nostre ragioni emergano». Inevitabile il riferimento all'arbitrato: «La Lazio ha avuto una penalizzazione non conforme a quanto comminato ad altre squadre e difforme rispetto a ciò che ha fatto. La Lazio è un caso diverso rispetto agli altri. Non abbiamo mai parlato con arbitri e designatori». Domenica prossima, infine, la squadra potrebbe scendere in campo con il doppio sponsor: oltre a Ina Assitalia dovrebbe comparire più piccolo il logo della «Festa del Cinema di Roma». C'è l'accordo di massima con il sindaco Veltroni.

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