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L'ex ct azzurro gela Guido Rossi

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Lippi: «Io supervisore delle nazionali? No, grazie»L'allenatore campione del mondo conforta Donadoni: non ho dubbi, l'Italia tornerà grande

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Non solo perché alla proposta di diventare supervisore di tutte le nazionali dice un no definitivo («ringrazio la Federcalcio e personalmente Rossi, ma voglio chiarire: non è il mio lavoro, non lo farò mai»), e di sostituire tecnici esonerati non se ne parla. Lui, il ct dell'Italia mondiale, ha fermato le lancette al 9 luglio. «Quando sono tornato dalla Germania, gli amici hanno pianto», racconta nella prima conferenza stampa dopo il successo mondiale. Così assicura che la magia Mondiale non è ridotta a un ricordo nel cuore. «Stimo molto Donadoni - racconta Lippi - Sono convinto che stabilirà un gran feeling con i giocatori, e non ho alcun dubbio che l'Italia tornerà a giocare alla grande: questo gruppo non ha esaurito la sua energia. Totti? Bisogna rispettare le decisioni personali, e se due persone che parlano e si ascoltano non hanno tutto chiaro, c'è spazio per chiarirsi ancora. Donadoni è un bravissimo ragazzo, e l'esperienza internazionale te la puoi fare anche da giocatore». Impossibile dire se l'Italia avrebbe sofferto del mal di Mondiale anche con Lippi, «probabilmente sì, ma forse no, chi lo può dire?...»; di certo il ct vincente «non ha alcun pentimento per la scelta di lasciare, figurarsi che mi avevano invitato alla Columbus University e in Cina con la Coppa, ho preferito di no. La scelta di chiudere l'avevo presa pochi giorni dopo l'inizio dei Mondiali, non l'ho più cambiata: ma questo è l'unico argomento che preferirei evitare», dice riferendosi alla ferita degli attacchi personali e al figlio nei primi giorni dello scandalo calcio. «Di sicuro non mi sono mai sognato che qualcuno mi portasse via il Mondiale prima che cominciasse». Per il suo futuro Lippi ha già detto «no» a un paio di club, non italiani, che lo hanno chiamato, e non esclude un'esperienza all'estero («l'inglese? Ora va meglio...Non ci sono preclusioni, neanche in Giappone»), anche se Napoli, città e club, sono nel cuore. Intanto continua a parlare come fosse allenatore in servizio, e non solo per i ricordi. «È vero, Buffon mi disse che era disponibile a tirare il rigore. Grosso invece mi disse: "io per quinto?" Sì, risposi, sei l'uomo dell'ultimo minuto: l'Australia, la Germania. Poi ho passato un'estate piena di bei giorni: una volta avevo la barca in rada, e su tutte le prue degli altri scafi sentivo 'po-po-po-pò...». Effetto magia, effetto Mondiale.

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