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Doping per Landis, Tour a Pereiro

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Fatale l'esito delle controanalisi. È il sesto positivo della Phonak: licenziato

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Cioè che Landis, l'ultimo vincitore del Tour de France, è un dopato. Immediata la replica della Phonak: licenziamento immediato. La ghigliottina del doping è quindi ufficialmente arrivata anche sul Tour de France: salta la maglia gialla (la daranno forse allo spagnolo Pereiro, ma ci vorranno un paio di mesi per la decisione ufficiale), salta in aria la residua credibilità del ciclismo. Lo scorso anno la stessa sorte, decapitazione di una classifica finale, era capitata al vincitore della Vuelta, lo spagnolo Heras, pizzicato per epo e squalificato dopo sei mesi. In precedenza, nel triste resoconto dei dopati all'interno di una stessa famiglia, c'è chi ricorda Tyler Hamilton, l'americano medaglia d'oro alle Olimpiadi di Atene nella cronometro individuale, squalificato per due anni per emotrasfusione, anche lui corridore Phonak come Landis. Era della Phonak anche Santiago Perez, che alla Vuelta di due anni fa aveva vinto tre tappe e ottenuto la piazza d'onore. Ed era della Phonak anche Oscar Camenzind, ex campione del mondo, lo svizzero bloccato per doping nel 2004. Nell'operazione Puerto della Guardia Civil in Spagna legata agli affari del dottor Fuentes risultano anche implicati altri due corridori Phonak: Gutierrez Cataluna e Botero, ora sospesi. La rabbia e la delusione del Tour de France nelle parole del direttore della Grande Boucle, Christian Prudhomme: «Il colpo duro l'avevamo ricevuto la scorsa settimana, di solito le controanalisi confermano il primo risultato — ha detto — Non possiamo permettere che la maglia gialla sia infangata. È un bel pasticcio, ma abbiamo ancora di più la voglia di combattere il doping». La mazzata però è stata tremenda. Per il neodirigente della corsa a tappe francese il discorso non è da limitare al ciclista americano: «Al di là di Landis — ha dichiarato Prudhomme — bisogna che manager, responsabili delle squadre e medici, o presunti tali, siano sanzionati al pari dei corridori». Per il ciclismo è un 2006 orribile. Paradossalmente l'unica corsa che in questa stagione ha dato segnali di rinascita è il Giro d'Italia.

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