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dall'inviato DUISBURG — La Francia bussa alla porta, c'è una finale del Campionato ...

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Il giorno di riposo concesso da Lippi è servito proprio a ricaricare le pile in vista della finalissima di domenica. Nessuna vendetta, perché molti degli azzurri di oggi, quella sconfitta contro la Francia non ce l'hanno appicciata sulla pelle. Quindi inutile parlare con Materazzi e Grosso, due dei pilastri di questa difesa spaziale fin qui imbattuta, di vendetta. «Io in quela partita non c'ero - attacca Materazzi - non so, per qualcun altro può essere una vendetta. Sarà sicuramente una partita difficile, una finale di Coppa del mondo non potrebbe essere diversa. Però sono convinto che se la affronteremo con grinta e determinazione potremo vincere. Giochiamo per cambiare la storia». E dall'altra parte ci sarà una volta ancora la Francia di Zidane. «Loro sono abituati a vincere e hanno gradissimi giocatori. In novanta minuti ci giochiamo tutto, questa è la notte più importante della nostra carriera. Noi ci dobbiamo preoccupare di qualuno di loro (vedi Zidane appunto...), ma anche loro di qualcuno di noi. Io comunque quando ho Gattuso non ho paura di nessuno». La foto di Materazzi abbracciato all'arbitro messicano Archundia dopo il gol di Grosso ha fatto il giro del mondo. «Mi sono voltato e il primo che ho trovate era lui - racconta l'interista - era il centoventesimo e non ce la facevo a correre fino ad abbracciare Fabio. Mi sono girato, ho visto lui e non ci ho pensato due volte. Come ha reagito? Mi ha detto che era meglio evitare e che avrei dovuto contenermi. Io vi posso dire che se vinciamo il Mondiale abbraccio tutta la terna». È convinto delle possibilità di questa Italia che definisce la «nazionale della fame». «Molti di noi fino a quattro-cinque anni fa hanno giocato sui campetti di polvere e di questo siamo orgogliosi e ora siamo a giocarci un sogno. Lo facevamo da piccoli e ora lo staimo vivendo ad occhi aperti. Nesta e De Rossi? Per Alessandro è un momento particolare è al suo terzo Mondiale e ogni volta ha avuto dei problemi, per me è un idolo e un punto di riferimento. Daniele è giovane, ha sbagliato e pagato: ha capito. La punizione più dura è stata rimanere qui ad allenarsi senza poter giocare. Ma adesso lo ritroviamo per la finale: sono contento per lui». Tiz. Car.

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