Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Oggi avrà subito la possibilità di riscattarsi. Basso resta in «rosa»

default_image

  • a
  • a
  • a

Nella nona tappa del Giro il Grillo si è dannato l'anima, lui e la sua squadra, per mettere le cose in un'angolazione per lui positiva, ma non c'è stato verso. Torna in albergo con un altro piazzamento, e intanto è da marzo che non riesce a vincere. Dopo la difficile tappa di Passo Lanciano, gli uomini di classifica si dovevano fare da parte nella Francavilla-Termoli, 127 km appena (la frazione in linea più corta), per lasciare il proscenio a velocisti, scattisti o avventurieri. Un percorso piatto per tre quarti, e poi mosso nel finale, su cui non avremmo pensato di veder andare in prima fila a battagliare i vari Basso e Cunego (sempre placido il primo, parecchio nervoso il secondo): invece è successo. Sicuramente i big si sono portati avanti nel finale per evitare rischi (di cadute, di buchi, di ventagli), ma questa è la riprova che in questo Giro non c'è veramente un momento di relax, non ci si può distrarre, non si deve mai abbassare la guardia. Ma parlavamo di Bettini. Col passare dei giorni i pochi velocisti del Giro hanno sempre meno energie da spendere, e quindi di conseguenza aumentano le possibilità per il toscano. Lui lo sa, e per questo ieri ha messo la Quick Step a fare un'andatura elevatissima sui dolci saliscendi del finale. A più riprese i vari McEwen, Loddo, Ongarato, si sono staccati, per poi rifarsi sotto alla prima discesa disponibile. Ma questo tira e molla ha lasciato indubbiamente delle tossine nelle gambe, e infatti lo spauracchio McEwen è sì arrivato a disputare lo sprint, ma senza la brillantezza dei giorni scorsi. Nonostante l'andatura elevata tenuta dal gruppo, le azioni di attacco si sono moltiplicate: prima Krivtsov e Monnerais, poi Scheirlinckx, Serpa, Davis e Clement; poi ancora Rubiera, e Pellizotti (ottimo spunto, ma breve per il friulano), e ancora negli ultimi 3 km White, Kolobnev e Pauriol. I tentativi sono stati tanti, l'esito uno: tutti ripresi dal gruppo, tirato nel finale da T-Mobile (Pollack), Milram (Ongarato), Lampre e Quick Step. Bettini è stato anche bravo a battezzare la ruota giusta, mettendosi dietro a Vaitkus e partendo non appena il lituano ha lanciato il suo sprint. Ma proprio quando è arrivato il momento di passare l'avversario, alla sua sinistra e lambendo le transenne, il Grillo ha avuto un momento di esitazione, un po' spaventato da una leggera scodata di Vaitkus. Uno sprinter vero non si sarebbe impressionato più di tanto, in quel frangente, ma Bettini sta facendo un lavoro che non è il suo, e allora non ha avuto il coraggio di spingere fino in fondo. E ciò gli è stato fatale: Vaitkus ha vinto per 2 centimetri, primo lituano a conquistare una tappa al Giro. Terzo Pollack, abbonato ai piazzamenti, quarto un McEwen scarico. Basso in rosa, nulla cambia in classifica. Oggi Bettini ha comunque un'immediata chance per rifarsi: da Termoli a Peschici, 187 km con due salite a metà strada (Borgo Celano e Monte Sant'Angelo) e un bello strappetto che porta all'arrivo: oltre al Grillo, in allerta anche Cunego e Di Luca (che qui ottenne nel 2000 la sua prima vittoria al Giro).

Dai blog