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Padroni di casa subito in vantaggio e la reazione giallorossa non è incisiva. Nel recupero arrivail raddoppio

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Vince la squadra senza gioco, contro quella senza giocatori: Roma ancora una volta senta sette titolari a pieno regime (De Rossi in panchina tossisce per novanta minuti). A Spalletti non è bastato nemmeno il rientro di Totti (in campo dal 23' della ripresa con la standing ovation dell'intero stadio) ottantuno giorni dopo il brutto infortunio, per ribaltare l'1-1 dell'andata. San Siro, seppur infarcito di striscioni anti-juventini («Ora tutti in galera» il leit motiv) e con diecimila romanisti a tifar come matti, rimane un campo stregato per i giallorossi. Il «chi non salta della Juve è» d'inizio gara unisce per un attimo le due tifoserie che più tardi se le daranno di santa ragione sugli spalti. La curva romanista applaude la squadra a fine gara, ma stasera al Meazza è stata una brutta Roma, senza ne idee, ne gambe. Rinunciataria, spenta... forse cotta. L'Inter ci mette anche meno dell'andata per indirizzare la gara dalla sua parte. Al primo affondo la squadra di Mancini passa e costringe la Roma a giocare un'altra gara in salita. Parte ancora una volta tutto da Adriano: gran lavoro a centrocampo del brasiliano che sposta verso il centro l'interesse giallorosso e spalanca sulla destra un'autostrada a Zanetti. L'argentino ci s'infila dentro palla al piede, arriva sul fondo e mette nel mezzo. La difesa si muove male e lascia libero Cambiasso di calciare a rete: il sinistro al volo è da manuale del calcio e muove il tabellino della gara. Fa 1-0 e Roma ko. Sotto di un gol, su un campo notoriamente stregato, con la necessità di segnare almeno due reti, il compito dei romanisti diventa improbo. Anche perché molti degli uomini chiave sembrano lontani anni luce, Mancini e Cufrè nel primo tempo sono nella lista dei «non pervenuti». Dacourt e Kharja faticano e lì in mezzo passa di tutto. All'11' Mancini sbaglia una cosa facile in area nerazzurra ben imbeccato da Rosi dalla destra. La Roma prova a costruire, ma è ancora l'Inter a fare le cose più pericolose con Dacourt che prova a metterci una toppa: provvidenziale il recupero, sempre su Adriano (29'). L'Inter cresce e le sortite in avanti dei giallorossi fanno sempre meno male. Doni è chiamato al lavoro pesante nel finale della prima parte di gara. Al 40' compie un vero e proprio miracolo ancora su Adriano da distanza ravvicinata.Poi due minuti dopo viene graziato da Cruz ben imbeccato, sempre dal brasiliano: la scivolata dell'argentino non trova la porta. Ci prova Rosi, il più giovane in campo a cambiare le carte in tavola, ma dopo l'ottimo dribbling tra i difensori nerazzurri, la conclusione è alta. Quindi la seconda legnata che stavolta porta la firma di Cruz. Grande apertura di Stankovic che manda in tilt la reazione di Kuffour: il ghanese sbaglia tutto e spalanca la strada all'argentino. Quaranta metri di cavalcata solitaria verso la porta, dribbling su Doni in uscita e 2-0. Poi il riposo. Dopo nove minuti di nulla, la prima cosa della ripresa arriva dalla panchina: ottantuno giorni dopo l'infortunio rientra in campo Totti. Il primo tocco è un tacco a smarcare Mancini (impreciso), il secondo (23') è un destro a rete che ammutolisce San Siro: ma il diagonale fa la barba al palo alla destra di Julio Sergio. Sarebbe stato troppo bello. Troppo, perché Totti è ancora lontano dalla forma migliore: ovviamente. Spalletti prova a cambiare ancora, mette dentro Nonda per Kharja, sposta Totti qualche metro più indietro e Tommasi sulla mediana. Macché, neanche un minuto dopo arriva il colpo di grazia. Contropiede nerazzurro, Doni esce alla meno peggio su Cruz sposta su Martins che a porta vuota porta il risultato sul 3-0. La prova d'orgoglio giallorossa che arriva quattro minuti dopo porta la firma di Nonda, ma parte dai piedi di Totti. Punizione spiovente in area dalla trequarti del capitano, Nonda svetta di testa e fa 3-1. Finisce così e per i

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