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Azzurri del pattinaggio premiati a Torino «Notte insonne, ci abbiamo creduto solo il giorno dopo e siamo scoppiati a ridere»

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Ovvero: Ippolito Sanfratello, Matteo Anesi, Stefano Donagrandi ed Enrico Fabris. I quattro olimpionici nell'inseguimento a squadre del pattinaggio su ghiaccio hanno ricevuto ieri sera la loro medaglia d'oro: quattro ragazzi con la faccia pulita, che parlano un italiano quasi colto e non sono invidiosi del calcio. Una rarità, probabilmente. Consapevoli di avere messo a segno un'impresa, desiderosi di godersela fino in fondo. Di assaporarne il gusto, il piacere, la forma e la sostanza. «Abbiamo trascorso una notte agitata, senza dubbio — raccontano in coro — poi, al mattino, ci siamo trovati in corridoio: ci siamo guardati in faccia, siamo scoppiati a ridere e abbiamo capito che era tutto vero». Enrico Fabris è la stella del gruppo, il vincitore del bronzo sui 5000 metri, il capitano ma non il più anziano. Quello è Ippolito Sanfratello, 32 anni, faccia che è un misto tra Bruce Willis, Max Pezzali e George Clooney: «Se mi vedo tra quattro anni a Vancouver? Magari in televisione. Scherzi a parte, prima di questi Giochi proprio non pensavo all'opportunità di andare avanti: adesso ne parlerò a casa e decideremo insieme a alla mia famiglia e alla ragazza che spero di sposare quanto prima». Un bel tipo, Sanfratello, cui si può perdonare anche la passione per i reality show: già otto volte campione del mondo di pattinaggio a rotelle, si è dato al ghiaccio senza nascondere che «all'inizio, vedevo i miei compagni solo in partenza. Sono stati momenti duri, ma non ho mai mollato». Tre mesi fa si è anche licenziato, per potersi allenare al meglio: così va il mondo degli sport minori. «Ma non siamo invidiosi del calcio: se scegli di fare il pattinatore, sai cosa ti aspetta. Non togliamo nulla al calcio, ma in Italia si vive solo di quello ed è un peccato perché ci sono altre realtà che meriterebbero più attenzione». Per fare un esempio: il budget annuale della federazione è di 700.000 euro, quanto Cassano guadagna in un mese e mezzo. Ora, grazie a questi successi, c'è la speranza che qualcosa cambi, anche se l'impianto dell'Oval dove si è svolta l'impresa, non resterà perennemente al ghiaccio e sarà adibito a padiglione espositivo. «Ma siamo in trattative per far sì che, soprattutto in estate, qui si possano disputare allenamenti e gare — spera il presidente federale Giancarlo Bolognini che poi precisa — tra pista lunga e corta contiamo un migliaio di atleti, gli ottanta di cui si è letto in questi giorni sono i veri agonisti. Siamo piccoli ma non troppo, insomma». I quattro ragazzi intanto raccontano le loro speranze e il loro essere normali ma vincenti. Anesi, fidanzato con la pattinatrice Adelia Marra, sogna la laurea e lo scudetto all'Inter, Fabris non pensa al calcio ma all'Università, Sanfratello non vede l'ora di sposarsi, Donagrandi si augura di rimanere nell'ambiente una volta smessa l'attività agonistica. Ragazzi normali, pronti a scatenarsi sul ghiaccio e a sfidare il cronometro, «per scoprire i nostri limiti ed eleggere a fine allenamento il migliore del giorno». Fuori dalle righe? Quasi mai, almeno davanti ai taccuini. Piatti preferiti? Sanfratello la pizza, Donagrandi la bresaola, Fabris la pasta, Anesi la pasta in bianco. Pensi: che mosceria. Poi capisci che è proprio la semplicità la loro forza. Alla faccia dei super-uomini olandesi e canadesi. Battuti da quattro italiani qualsiasi che non arrossiscono mai e che, bontà loro, indicano Elisabetta Canalis come attrice preferita.

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