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Chiesti approfondimenti sull'impatto economico La decisione verrà presa dopo le elezioni politiche del 9 aprile

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Rimandate ad ottobre, l'una e l'altra, per manifesta impreparazione. Con il rischio di bocciatura. La metafora è calzante, e riguarda le ipotesi di candidatura di Roma e Milano ai Giochi Olimpici del 2016. Martedì scorso, 24 gennaio, la Commissione insediata dal Coni per valutare le proposte delle due città ha preso carta e penna, stilando un rapporto le cui conclusioni sono chiare: è essenziale acquisire ulteriori informazioni prima di procedere alle valutazioni da sottoporre al Consiglio nazionale, organismo cui compete la decisione. Due, in particolare, i punti in cui le richieste di approfondimento sono espresse senza mezzi termini: l'impatto economico, con la congruità delle previsioni di spesa, e la rispondenza ai requisiti internazionali. Limiti riscontrati in ambedue le candidature, riguardanti scelte tecniche e logistiche, fattibilità e congruità di costi, investimenti per impianti di gara, viabilità, oneri organizzativi, localizzazione e creazione del villaggio olimpico, del centro stampa principale e di quello dedicato al versante radiotelevisivo. Con una ulteriore riserva posta dal Foro Italico: il Coni si ritaglia una fase ulteriore di verifica, utile per chiarire definitivamente se valga la pena insistere nella candidatura di una città italiana, ove non dovesse offrire in partenza effettive possibilità di competere ai massimi livelli in sede internazionale. Solo al termine di tale completamento procedurale, il Comitato olimpico italiano deciderà di sottoporre o meno la candidatura italiana al Comitato olimpico internazionale. I 19 componenti della commissione, dopo un primo esame istruttorio delle relazioni presentate il 5 ottobre, avevano già manifestato perplessità, avanzando una prima richiesta di «chiarimenti ed integrazioni». Che le due città ritenevano aver assolto, con un secondo documento presentato il 19 dicembre, giorno deputato per la prima delle riunioni fissate dalla commissione. Ma appena dodici ore dopo la seconda riunione, il 10 gennaio, destinatari i sindaci Albertini e Veltroni, partivano due lettere, con richiesta di ulteriori integrazioni, e con quelle sottolineature accennate ed ufficializzate. Di qui il rinvio, apparentemente metaforico, ad ottobre. Dopo l'intervento governativo, che ha fatto slittare la data originariamente scelta per la decisione, tempo per rimediare in realtà non mancherebbe, visto che di decisione si parlerà solo successivamente alle elezioni di aprile. Ma sempre che da una parte e dall'altra i comitati promotori insediati siano capaci di riempire i vuoti sottolineati. Roma, oltre l'ovvia potenzialità trasversale fruibile in termini di dinamiche politiche, di poteri, di interessi, di centralità sportiva, è avvantaggiata rispetto all'avversaria in più d'una voce. Lo stesso sostegno formale delle istituzioni, Campidoglio, Provincia, Regione, corredate del favore espresso dalle forze d'opposizione, è qualcosa più della lettera d'impegno sottoscritta dall'Assessore milanese Brandirali. Ma, come si evince dal fitto intreccio protocollare, la reiterazione dei rinvii lascia trasparire come entrambe le candidature pecchino quantomeno di superficialità, puntualmente evidenziata dagli esperti del Foro Italico. In conclusione, prima che il Coni si lanci in un'avventura, anche economica, priva di grandi prospettive, essendo difficilmente ipotizzabile che i Giochi si riaprano nuovamente all'Europa dopo l'assegnazione londinese per l'edizione del 2012, ci sarà spazio per più d'una riflessione. Quanto, infine, alla composizione dei Comitati che verrebbero insediati nell'una o nell'altra delle città dopo l'eventuale aggiudicazione, mentre Milano ha fatto riferimento ad un Comitato istituzionale, compresi i membri italiani del Cio, Roma si è sbilanciata, non sappiamo quanto opportunamente, snocciolando nomi come Andrea Mondello, camera di commercio, Paolo Barelli,

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