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Bergodi e il suo National «In Romania sto bene ma il sogno è la Lazio»

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L'ex difensore della Lazio si coccola il figlio Andrea, nato mentre la sua squadra si qualificava attraverso i calci di rigore alla semifinale della coppa nazionale. Il tecnico del National non ha molta voglia di fare polemica su quella che è stata la sua avventura come secondo alla Lazio e preferisce parlare di Romania.Quattro partite con due vittorie e un pareggio in campionato e il passaggio del turno in coppa. Non si poteva partire in un modo migliore. «L'inizio è andato oltre ogni più rosea previsione. Arrivare e fare tre vittorie in un mese non è facile. La squadra è buona per il livello di questo campionato». Ci racconti le caratteristiche del calcio romeno. «Il ritmo non è molto elevato come intensità della gara. Si può migliorare anche dal punto di vista tattico. I campi non sono belli come in Italia, ma il calcio qui è seguito ed appassiona come nel nostro paese. Pensate che ci sono tre giornali sportivi e tante tv, in ogni conferenza mi trovo sei o sette telecamere». Come è stato accolto da tifosi e addetti ai lavori? «Molto bene. Certo all'inizio c'era un pò di diffidenza perchè sono un tecnico straniero, anche se qui al National sono abituati agli allenatori italiani. Dopo la vittoria con la Dinamo è cambiato tutto perchè questo derby è molto sentito. Lentamente comincio anche a imparare la lingua». Non deve essere stato facile scegliere di allontanarsi dall'Italia. «Avevo voglia di tornare ad allenare, non potevo stare fermo. Mi hanno chiamato, sono andato in Romania e mi hanno convinto». Quali sono gli obiettivi della sua squadra? «Non c'è un traguardo preciso, vogliamo arrivare nelle prime cinque. Siamo ancora in corsa in Coppa di Romania, dove affronteremo la semifinale contro una squadra alla nostra portata, il Farul Costanza. Quindi il nostro scopo è quello di giocarci la finale». Per ora ha allenato due squadre in Italia con buoni risultati, invece l'esperienza come secondo non è stata positiva. «Io sono soddisfatto, ho raggiunto traguardi eccellenti salvando due squadre, Imolese e Sassuolo, date per spacciate. A parte le avventure da secondo, la mia carriera è partita col piede giusto». Tra le esperienze come secondo c'è anche la Lazio. Le piacerebbe un giorno poterla guidare? «Adesso la Lazio può essere solo un sogno. Oggi mi va bene allenare il National e portarlo qui in Italia per prepararlo al finale di stagione».

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