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di FEDERICO BERNARDI GINEVRA — Italia adagiata sugli allori dopo la bella prova di sabato scorso contro ...

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Troppi proclami e troppi elogi hanno fatto male agli azzurri. Già contro una outsider dei prossimi Mondiali come la Costa d'Avorio, gli uomini di Lippi hanno rivisto vecchi fantasmi. Poco gioco, poche idee e tanta presunzione. Componenti queste che porteranno poco lontano. Il gol di Diana nel finale salva l'Italia dalla sconfitta dopo la rete di Drogba ma la deludente prestazione resta. Auguriamoci che gli stage che ha in mente di fare tra gennaio e febbraio servano a qualcosa. Si è giocato ancora una volta all'estero, stavolta nella tranquilla Ginevra, dal momento che, nel 2005, è già stato raggiunto il limite delle partite disputate in Italia previsto dal contratto di Mamma RAI: nonostante tutto, la nostra Federcalcio ha incassato un milione e mezzo di Euro tra diritti tv, pubblicità e vari ingaggi. Niente male. Davvero niente male per un viaggetto amichevole nella vicina Svizzera. Il bel Marcello, rispetto al match contro i tulipani olandesi, ha cambiato molto, proponendo così una Nazionale abbastanza sperimentale. Il reparto che ha subito più modifiche è sicuramente quello arretrato: a riposo tutti i big, e dentro ben tre quarti della difesa del Palermo (Zaccardo, Barzagli, Grosso) insieme a Materazzi. In mezzo, invece, Barone e De Rossi a dar respiro a Gattuso e Camoranesi, con il mammasantissima Pirlo ancora padrone del nostro centrocampo. Per quanto concerne l'attacco, poi, chanche per Iaquinta nel tridente con Gilardino e Del Piero, ieri capitano. La sfida ha inizio con un brivido per i nostri colori: contropiede ivoriano al 3' orchestrato da Drogba che serve il liberissimo Aruna Dindane ma, per fortuna, Abbiati è strepitoso nel ribattere la conclusione della punta di Michel. Il portiere juventino si ripeterà sia al 30' con una presa non facile su un missile dell'attaccante del Chelsea e, sia al 39', negando l'eurogol a Yapi Yapo. Noi ci facciamo pericolosi per la prima volta al 17' quando Barone, calciando alto, non sfrutta al meglio un assist di un Gilardino molto mobile. Un Gilardino davvero in palla che, al 27', dopo aver eluso Zoro con un bel pallonetto, non è altrettanto bravo nel concludere. Il primo tempo è tutto qua. Troppo poco per sognare. La ripresa inizia con una girandola di sostituzioni: Lippi manda in campo Oddo, Camoranesi, Gattuso, Diana e Toni. Cambia così mezza squadra tra cui due terzi del tridente: decisamente negativa la prova di Del Piero, sufficiente quella di Gilardino. Per vedere un'occasione da gol bisogna attendere il 62': Toni stacca ma non insacca. Insacca, invece, Drogba dopo sette minuti. Lancio di quaranta metri di Boka per la panterona del Chelsea che, dopo aver mandato Materazzi da certe signore, batte Abbiati con una bordata che gonfia la rete. Lippi gelato. Per fortuna ci pensa Diana, dopo la sostituzione inspiegabile di Drogba da parte di Michel, a salvare la faccia con un tocco di piatto da due metri dopo un cross di Zambrotta. E nel recupero lo stesso Diana segna pure il 2-1 ma l'arbitro non se ne accorge. Sarebbe stato troppo.

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