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Thuram: «La Juve parla con gli scudetti»

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Non parla solo di calcio, Lilian Thuram, ma anche quando rivolge le sue attenzioni al pallone e basta lo fa con intelligenza e arguzia. E il solito distacco che non guasta mai, in un mondo troppo spesso caratterizzato da tensioni eccessive e gente con i nervi a fior di pelle. Un esempio? «Ho deciso che giocherò i Mondiali. Sto meglio fisicamente, per la prima volta da quest'estate non mi sono infortunato durante la sosta e ho preso atto che d'ora in avanti non ci saranno più altre partite: nessuno me l'aveva detto prima e temevo ci fosse un incontro al mese». Difficile da credere, ma va bene così. Sabato, intanto, Roma-Juve. Partita speciale per tanti, partita come le altre per questo francese con origini caraibiche: «Non so se la Roma sia più tesa di noi e se patisca ancora l'addio di Emerson e Capello. Il mio punto di vista è che le polemiche non servono a nulla. La Juve è fatta così: poche parole e tre punti in classifica per vincere uno scudetto dietro l'altro. Poi, se i giocatori della Roma preferiscono usare la lingua, facciano pure». Senza polemica, per carità. E i complimenti alla truppa di Spalletti: «Delle tensioni dell'anno scorso non voglio dr niente anche perché manco me le ricordo. Piuttosto, so che nel precampionato abbiamo incontrato la Roma e fatto tanta fatica: è un'ottima squadra, con un attacco che fa paura. Totti è straordinario, Montella fa un sacco di gol, Nonda lo conosco bene dai tempi della Nazionale. Poi c'è l'incognita Cassano: se giocherà, sarà meglio per loro». Ancora un po' di acqua sul fuoco: «Spero che resti nelle regole del campo». Uno zio buono, Thuram. Che nei giorni scorsi ha anche preso posizione sulle violenze in Francia e che esprime tutta la sua ammirazione per Ronaldinho: «Non ho visto lo spot in cui calcia la palla sulla traversa per quattro volte di fila senza mai farla cadere per terra. Comunque si tratta chiaramente di un trucco. Al mondo ci sono solo due persone in grado di fare quel giochino: uno sono io, l'altro è il nostro addetto stampa. Ibrahimovic? No, non ci riuscirebbe». Per la cronaca, lo svedesone ha scosso la testa uscendo dal parcheggio: «Certo che c'è il trucco». Capello chiede che faccia gol sul campo.

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