Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

«Innamorato della Vecchia Signora»

default_image

Trezeguet racconta la gioia per il gol numero 106 della storia: scavalcato Charles

  • a
  • a
  • a

Due gol al Bayern Monaco, superato anche Charles nella classifica cannonieri: 106 a 105. E un altro obiettivo: diventare il miglior marcatore straniero nella storia della Juventus, sopravanzando John Hansen (124). David Trezeguet, il giorno dopo la doppietta ai tedeschi, usa toni pacati. Ma entusiasti. E rivela: «Platini mi ha fatto i complimenti e mi ha preso un po' in giro. Dice che ai suoi tempi c'era il catenaccio ed era più difficile segnare. Poi Michel non giocava centravanti, io sì. Sono uno degli ultimi rimasti, mi piace il campionato italiano proprio per questo: qui c'è ancora spazio per le punte vecchia maniera come me». Razza in via di estinzione, par di capire. Ma assolutamente fondamentale per le fortune di una squadra: «Io dipendo dai miei compagni. Se vengono bloccati loro, io non faccio quello che so fare. Non sono il giocatore che diverte le folle, ma butto la palla dentro. E non ho la velocità di Shevchenko: io lavoro per essere veloce di testa in area di rigore, dove si segnano il novanta per cento dei gol. Mi alleno per questo: per capire prima degli altri dove possa arrivare il pallone. Come contro il Bayern, in occasione del primo gol: azione veloce, palla dalle mie parti e una puntata vincente. So fare questo, io». Pare poco, a dirla così: «Ma il Pallone d'Oro è giusto che lo vincano gli Ibrahimovic e i Ronaldinho. La gente va allo stadio per vedere loro, non me». Centosei gol: «Il più importante? Quello segnato al Milan l'anno scorso, ci ha dato lo scudetto. Il più bello? Uno segnato al Verona, di sinistro all'incrocio dei pali con tre difensori sulla linea». Nome David, cognome Trezeguet. Entrato nella storia della Juventus: «Non me lo sarei mai aspettato, quando sono arrivato qui nel 2000, pochi giorni dopo avere segnato il gol che ha dato alla Francia il titolo europeo battendo in finale proprio l'Italia. Sono stato anche vicino al Barcellona, due estati fa: non avrei voluto andarmene, ma avevo necessità economiche che la società non voleva prendere in considerazione. Poi è bastata una telefonata con Capello per mettere a posto le cose: tra me e la Signora è in corso una bella storia d'amore, credo durerà ancora a lungo». E poi c'è la Francia, con cui provare a salire sul tetto del mondo: «Fortunatamente Capello e Domenech si sono chiariti. Avevano e hanno esigenze ugualmente rispettabili, ma noi giocatori teniamo sia alla società che alla Nazionale. Henry? Si sta guardando intorno, può far bene ovunque». Alla Juve, però, ci sono già Trezeguet e Ibrahimovic. Ieri Moggi ha incontrato Raiola, il procuratore dello svedese: tra gli argomenti, una lavata di capo al Perticone dopo il rosso rimediato contro il Bayern e il prolungamento del contratto dello stesso fino al 2010. «Siamo sulla buona strada, ma non abbiamo fretta», ha chiosato Raiola. Si metteranno d'accordo: non ci sono dubbi.

Dai blog