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Cruz fa Adriano e stende il Porto L'Inter vicina agli ottavi

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Andata in svantaggio a inizio partita, opposta a un Porto totalmente incapace di proporre un che di calcio, la squadra di Mancini non ha saputo organizzarsi, offrendo uno spettacolo ai limiti della censura. Una squadra brutta, bruttissima, e per fortuna che, con la doppietta di Cruz, arrivano i 3 punti (e sono 9, nel girone che l'Inter sta dominando) a impedire il disastro. La cronaca. Per abituarsi al vuoto pneumatico degli spalti (si gioca a porte vuote) ci si mette sempre un po', e il tasso di agonismo in campo ne risente. Buon per il Porto, che con l'andamento lento ci va a nozze, e fa di tutto per tenere basso il ritmo. In questo malinconico contesto, al 16' il cielo sereno è squarciato da un fulmine, che parte dal piede di Hugo Almeida e si infila con precisione millimetrica nel sette alla sinistra di Julio Cesar. È l'inatteso vantaggio del Porto, che nasce su punizione. La distanza tra il punto di battuta e la porta nerazzurra è quantificabile in qualche anno luce (se non fossimo schiavi dell'iperbole, diremmo oltre 30 metri), ma il sinistro di Almeida è terrificante. Come ripartire dopo la mazzata? Con grande fatica. Infatti l'Inter ci mette un bel po' a ritrovare un senso alla serata. Al 24', sul primo angolo dell'incontro, Adriano schiaccia di testa a lato di poco. I padroni di casa si fanno più intraprendenti, ma non pungono. Al 33' Figo crossa per la testa di Martins, la girata del nigeriano è deboluccia. Due colpi di testa che non fanno male, ecco il miserrimo bottino dell'Inter. Otto scialbi minuti di secondo tempo rappresentano l'occasione di riscatto che Mancini concede alla squadra in campo; dopodiché il tecnico jesino decide di buttare nella mischia Cambiasso, toglie Wome e sposta Veron a destra e Figo a sinistra. Al 12' Martins va in percussione, tocca un pallone smarcante per Veron che mette di prima in mezzo all'area, ma Adriano si fa anticipare da Bosingwa. Al 13' Figo dà in profondità a Martins in area, ma Oba Oba è anticipato dalla tenaglia Vitor Baia-Pedro Emanuel. Il nigeriano reclama a torto un rigore, ma almeno si fa vedere. Adriano, invece: la sua prestazione è più che opaca; si allarga molto, cercando palloni che però non riesce a lavorare in maniera efficace, è la trasfigurazione del bomber che abbiamo sempre ammirato. E Mancini gli (si, ci) risparmia mezz'ora di supplizio, inserendo Cruz. Poi riporta in mezzo Veron (Pizarro a destra), poi si gioca la carta della disperazione (Mihajlovic, hai visto mai qualche punizione), quindi nuovo scambio di posizione tra Veron e Pizarro. Alla mezz'ora, l'evento tanto atteso: Pizarro si fionda su un pallone al limite dell'area del Porto, Pedro Emanuel ingenuamente lo atterra, il rigore c'è anche se molto cercato dal cileno, e Mejuto Gonzalez lo assegna. Tira Cruz, alla destra di Vitor Baia, e pareggia. Al 34' un vero miracolo del portiere portoghese evita a Mihajlovic di segnare con una gran punizione. L'Inter finalmente ci crede; e, incredibile ma vero, va a vincere: corner di Mihajlovic al 37', testa di Cruz, ancora lui, e 2-1. Si può sospirare di sollievo, ma ci sarà da lavorare ancora tanto.

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