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dall'inviato TIZIANO CARMELLINI MILANO — Miracolo a Milano.

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Lo fa al termine di una gara bellissimma, dominata per lunghi tratti e che nel finale ha rischiato, come sempre, di complicarsi. Grande prestazione, finalmente la reazione richiesta da Spalletti che a fine gara tira le orecchie a Dacourt, ma esce dal campo con un sorriso largo così e con dodici punti in classifica. Sblocca Montella, poi Totti sale in cattedra: gol da fenomeno vero che fissa il 2-0 e rigore che chiude la gara... o quasi. Spalletti non cambia, dentro la stessa Roma vista al derby. Fiducia confermata a Doni in porta come a Perrotta e De Rossi sulla mediana con Montella preferito a Nonda quale terminale offensivo. Dall'altra parte Mancini sfila Solari, dato per favorito alla vigilia, e affida la fascia destra del campo a Ze Maria. Il resto è l'Inter annunciata, con Adriano e Pizarro in panchina e la coppia Cruz-Recoba in attacco. Quanto la Roma sia in serata di grazie si vede dopo cinquantotto secondi, quando un Samuel irriconoscibile è costretto a bloccar De Rossi per la maglia in piena area di rigore: Rosetti grazia l'Inter. La squadra di Mancini soffre la pressione di Totti & Co. che saltano a piè pari il robusto centrocampo nerazzurro, infilandolo in velocità, ora al centro, ora sulle fasce. Spalletti chiede ai suoi due esterni brasiliani di restare molto più indietro in fase di copertura e così facendo la difesa di casa non ha riferimento quando è la Roma a venire in avanti. Mancini in stato di grazie e un Taddei da vecchi tempi, fanno il resto. La macchinosa retroguardia nerazzurra fatica a prendere il tempo alle sortite della Roma che stavolta fa male davvero. Così, dopo dodici minuti i giallorossi si sbloccano assieme a Montella che ripaga Spalletti per la fiducia accordatagli: contro tutto e tutti. Discesa devastante sulla fascia di Taddei, palla nel mezzo, l'aeroplanino di sinistro anticipa un imbalsamato Julio Cesar e torna a volare: non segnava dal lontano 25 aprile (Samp-Roma 2-1). In campo c'è solo la Roma e la reazione nerazzurra, che arriva puntuale, manca di vigore negli ultimi metri. Chivu fatica ma regge, Kuffour lì dietro la fa da padrone e Doni deve intervenire una sola volta seriamente (26' il brasiliano si allunga su la conclusione di Cambiasso). Sul rovesciamento di fronte palo giallorosso di Mancini e poi traversa di Cruz. Grande partita, i toni si alzano, il livello del gioco anche, ma il meglio deve ancora arrivare. Alla mezzora Totti sale in cattedra. Il capitano giallorosso realizza forse il gol più bello della sua carriera, proprio in uno stadio per la Roma maledetto. Prende palla a centrocampo, non trova compagni liberi da servire e fa tutto da solo: discesa sulla fascia sinistra del campo, resiste a una, due, tre entrate dei nerazzurri punta la porta, finge il tiro e quando si accorge che Juliio Cesar è due metri fuori dai pali, lo infila con il più classico dei suoi cucchiai. San Siro ammutolito, la curva giallorossa esplode, come tutti gli amanti del calcio vero: roba da cineteca. L'Inter accusa il colpo e la Roma dilaga. Ancora Totti due volte su punizione: poco preciso. L'appuntamento col terzo gol giallorosso è solo rimandato nonostante i cambi di Mancini che mette dentro la terza punta: tale Adriano, che comunque cambia l'Inter. Trentasei secondi dopo la ripresa, Materazzi sembra sdraiare Montella in area e stavolta Rosetti indica deciso il dischetto forse per una mano di Samuel che tocca il giallorosso: il dubbio resta. Ci pensa il capitano: 3-0 e partita chiusa? Macchè, ce da vedere un finale da cardiopalmo. La reazione dell'Inter arriva veemente, la Roma rintuzza come può, incassa il secondo gol, sempre di Adriano (complicità di Doni e Chivu), ma tiene botta e porta a casa un successo bello e importantissimo. Finisce così, dieci contro dieci per la doppia esplulsione di Veron e Totti (ruggine antica dai tempo del derby capitolino, con la reazione esagerata di Rosetti) e i giallorossi che vanno sotto la curva giallorossa ad omaggiare i suoi tifosi. Giusto così, la Roma è tornata e ora inizia il bello.

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