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di LUCA CATTANI MILANO — È passata la febbre a Veron.

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Ma ora lo stato influenzale gli è passato, come poi ha confermato Roberto Mancini. Dunque, il tecnico nerazzurro potrà contare per stasera sul centrocampo tipo, con la coppia argentina Veron-Cambiasso in mezzo e Figo e Stankovic in posizione esterna. In difesa, le idee sono abbastanza chiare: Javier Zanetti è l'unico indisponibile, il suo posto verrà preso dal colombiano Cordoba, con Samuel e Materazzi centrali. Favalli esterno sinistro. In attacco, partiranno titolari Adriano e Martins, con l'argentino Cruz, protagonista delle ultime sfide contro i bianconeri, pronto a subentrare nella ripresa. Per la trasferta torinese, Mancini ha deciso di convocare ben 22 elementi. Tra i quali, anche Mihajlovic e Burdisso, che ieri sono scesi in campo con la Primavera con il Brescia. Nel 4-2 per i nerazzurri, è andato in gol anche il serbo su calcio di rigore. A seguire la prova dei due difensori, a bordo campo, Roberto Mancini in persona, accompagnato dal solito staff (Orsi, Salsano e Nuciari). Poco prima, l'ex allenatore della Lazio, aveva analizzato la sfida nella conferenza stampa della Pinetina: «Prevedo una gara equilibrata, si soffrirà fino alla fine. Ma noi scenderemo in campo per vincere e sono convinto che farà lo stesso anche la Juventus. Già una sfida decisiva? Non credo: perdendo, non cambierebbe nulla per noi. Siamo solo all'inizio e davanti abbiamo ancora tante partite». Vigilia, come al solito, minata dal botta e risposta Milano-Torino. Ad esempio, Antonio Giraudo, amministratore delegato bianconero ha ammesso che per Mancini è giunto il momento di dimostrare di essere un grande allenatore. Considerazione che non sembra piacere al tecnico: «Non ho nulla da dire. E poi mi sono rotto le scatole di rispondere sempre. Giraudo ha qualche hanno più di me, ma io sono nel mondo del calcio da qualche anno più di lui: le cose le capisco prima... ». Juventus-Inter, significa anche Capello-Mancini, una riedizione del derby dell'Olimpico: «Adesso siamo diventati quasi amici. Siamo due allenatori, lui è molto più grande di me, ha molta più esperienza. Siamo di due epoche calcistiche diverse, è più semplice essere amico con un tecnico della mia età perché magari abbiamo giocato insieme. Con un allenatore che ha 15-20 anni di più è un po' diverso. Capello, in ogni modo, è il tecnico che ha vinto più di tutti negli ultimi tempi: dove è stato ha vinto. Io sono giovane, e spero di vincere tanto: magari anche più di lui, ma so benissimo che non sarà semplice».

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