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LA parola magica è deroga.

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Perchè tra campionato di serie A e B l'unico stadio di calcio in regola con tutte le nuove disposizioni antiviolenza varate dal Viminale a giugno è quello di Parma. C'è chi è oltre la metà del cammino e chi si sta dando da fare per adeguarsi nel più breve tempo possibile. E c'è anche chi, in stile tutto italiano, pur di non effettuare lavori onerosi e di evitare la mannaia dei decreti, ha deciso di ridurre la capienza dello stadio anche di un solo posto. Fatto sta che nessuno è pronto per domenica. E allora, appunto, o la deroga o niente campionato. È vero che sono gli stessi decreti a prevedere la possibilità di chiedere una proroga per portare a termine i lavori di ammodernamento degli impianti. Ma è pur vero che tutti ne hanno fatto uso o si apprestano a farlo. I provvedimenti firmati dal ministro dell'Interno Pisanu, da quello dei Beni Culturali Buttiglione e da quello delle Innovazioni Tecnologiche Stanca, con il via libera e l'apprezzamento dello stato maggiore del calcio italiano (leggi Figc e Coni), ruotano attorno a tre punti fondamentali: superare la criticità degli impianti, soprattutto per quanto riguarda l'ingresso dei tifosi e la separazione tra spalti e campo, migliorare i sistemi di videosorveglianza, in particolare all' esterno dello stadio dove si verificano la metà degli incidenti, introdurre la nominatività dei biglietti d'accesso per risalire con più facilita ad eventuali responsabili di scontri. Oggi è prevista una riunione dell'Osservatorio permanente sulle manifestazioni sportive per fare il punto sullo stato di attuazione dei lavori e prendere i necessari provvedimenti in vista della prima di campionato. Delle città «big» — Torino, Milano e Roma — è la capitale quella che sembra esser messa meglio. L'Olimpico sarà pronto, anche se a metà. A Torino la Juve ha introdotto i biglietti nominali e ci saranno lettori ottici ai tornelli anche in curva nord. Le telecamere saliranno dalle attuali 21 a 25, ma i lavori non sono ancora terminati. Va molto peggio a Milano: l'unico obiettivo centrato è la copertura televisiva di campo e spalti. Quanto agli altri, ad eccezione di Parma, è un susseguirsi di lavori in corso: a Firenze mancano i tornelli, a Genova ci sono ma solo nei distinti, a Lecce niente biglietti nominali e tornelli, come ad Ascoli, dove non sono numerati neanche tutti i posti. E ancora: mancano zone di filtraggio e prefiltraggio ad Empoli, Verona, Cagliari. A Palermo e Messina non ci sono i tornelli, a Livorno il sistema di videosorveglianza non è ancora totalmente operativo. Il Treviso, neo promosso grazie a sentenze e polemiche agostane, ha risolto il problema cambiando città: giocherà all'«Euganeo» di Padova, dove però l'unica cosa che c'è è il sistema di videosorveglianza.

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