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Spalletti difende il gioiellino della Roma e spiega: «Lo scudetto? Un affare a tre»

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«Giù le mani da Cassano»

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Parola di Luciano Spalletti. Non fa che ripeterlo da quando è diventato l'allenatore dei giallorossi. Il tecnico ha il compito di organizzare la squadra come meglio crede e nella rosa a sua disposizione il nome del barese figura come sempre. Poi si vedrà se toccherà a lui partire titolare o meno. Per la gara di oggi pomeriggio a Messina, non si sbilancia. «Non so se lo farò giocare, vedremo. Fa parte del nostro gruppo e noi contiamo su di lui, ma non credo sia un problema se sarà in campo o meno dal primo minuto». Come reputa un'eventuale decisione di tenerlo un anno in tribuna? «A me la società non ha imposto nulla. Poi mi spiegate perché continuate a parlarmi solo di lui?». E' un bravo giocatore. «Lo sono anche Totti e Mancini». Totti non è in discussione, invece di Cassano si dice che andrà via a fine agosto. «Secondo me resterà qui. Lo vedo stimolato e molto attento a svolgere i compiti che gli vengono richiesti. Non ha comportamenti strani e anche se fosse non abbiamo bisogno del contributo di dirigenti di altre società, perché siamo in grado di pensarci da soli. Se continuerà in questa maniera farà vedere tutto il repertorio che ha a disposizione». Lippi non lo ha convocato perché ha detto che non era tranquillo. «Sa quello che fa perché si informa sui giocatori, ma dovreste chiedere a lui». Lei lo vede nervoso? «Io vedo che si sta allenando bene». Lippi l'ha chiamata per chiederle come stava il giocatore? «Figuratevi se ha parlato con me. Poi non credo che faccia le convocazioni in base a quello che gli riferiscono gli allenatori. Ha i suoi collaboratori per questo». Cassano a parte, lei come vede la sua Roma? «All'inizio l'ho trovata un po' indietro dal punto di vista fisico, ma poi c'è stata la voglia da parte di tutti di recuperare e questo ci farà essere pronti per l'inizio della stagione. A differenza di quello che mi avevano anticipato, ho trovato un gruppo disponibile». C'è qualcosa che proprio non gli è piaciuto della passata stagione? «Non mi va bene che la nostra sia stata l'ultima squadra nella graduatoria della condotta disciplinare. Serve più attenzione nei comportamenti in campo, anche perchè qualche punto in più o in meno in classifica può dipendere anche da questo». Secondo lei qualcuno sfrutta male le proprie doti? «L'estro fine a se stesso non serve a nulla, bisogna correre. Se uno mi fa una giocata, anche se decisiva, in novanta minuti non basta, perché per il resto del tempo i compagni devono sopperire alla sua mancanza. Se tutti corrono si fatica meno». Manca una settimana all'inizio del campionato, dove colloca la Roma? «Milan, Juventus ed Inter sono un gradino sopra alle altre. Poi vedo un gruppo, tra cui Roma, Fiorentina, Palermo e Udinese, che può contendersi qualcosa d'importante e infine la terza fascia». Tra le tre chi è la favorita? «Tutte hanno il 33,3 periodico di percentuale». Non lascia nemmeno un un per cento? I suoi giocatori credono che la Roma possa essere la sorpresa. «Fanno bene a pensarlo, ma non devono sperarlo. Bisogna agire attivamente. Io cercherò di lottare per limare il gap con le tre». Pensa che in futuro quelle tre possano creare una dittatura? «Non so se si può parlare in termini politici. In ogni caso se possono spendere soldi per rinforzarsi il divario ci sarà sempre. Hanno tutte giocatori forti e società solide alle spalle». Cosa pensa di Abbiati alla Juve? «Il Milan aveva un portiere importante, che può esserlo anche per la Nazionale e lo ha mandato a giocare. Credo che lo avrebbe fatto con qualsiasi altra squadra». Il mercato della Roma è sbloccato, ma mancano ancora un portiere e un esterno sinistro. «Abbiamo fiducia in Curci, ora ci serve solo il laterale sinistro». E di Alvarez a destra cosa ne pensa? «Quando lo avrò qui ne parleremo». E probabilmente ne comincerà a parlare da subito visto che la società ha ufficializzato il prestito del laterale del Penarol, che ha firmato un contratto di quattrocentomila euro lordi. In serata è stato messo a segno un altro colpo: Houssine Kharja, da

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